Ecco una traccia del mio intervento su una mozione in Consiglio comunale che chiedeva di non far passare la proposta di legge 1360, che istituisce un Ordine del Tricolore ed equipara repubblichini e partigiani:
La seconda guerra mondiale é sempre un argomento sensibile da trattare per via di sentimenti ancora drammaticamente freschi e vivi. La storiografia deve andare avanti,ma nel frattempo non si deve stravolgere l’idea di Italia uscita dalla Seconda guerra mondiale e cementata dalla Costituzione
La proposta di legge 1360 stabilisce che venga istituito un “Ordine del tricolore” che equipari con eguali diritti senza distinzioni tutti I combattenti della seconda Guerra mondiale: fascisti, partigiani, repubblichini. Tutti insieme, tutti riconosciuti dallo Stato, tutti all’insegna del “volemose bbene”.
Al di là dell’evidente contrasto con la posizione assunta ormai dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha ripetutamente dichiarato, anche in occasioni solenni, che la rep.di Salò è stata una brutta pagina della storia italiana, c’è da constatare che la destra italiana resta sempre quella che conosciamo da cinquant’anni: refrattaria ad accettare la democrazia repubblicana in in nome di un passato di cui bisogna purtroppo vergognarsi nell’Europa del ventunesimo secolo.
Mi sono fatto alcune domande. Ma sono forse troppo estremista? Sto forse mancando di sensibilitá verso persone che hanno sofferto?
Ma vediamo le tesi dei firmatari della proposta. Si cerca di dare “la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d’Italia”. Inoltre i combattenti di tutti e due gli schieramenti, secondo la pdl, si battevano per lo stesso ideale di patria unita.
Sempre la pdl chiede la “rimozione collettiva della memoria ingrata di uno scontro che fu militare e ideale, oramai lontano, eredità amara di un passato doloroso, consegnato per sempre alla storia patria”; ma Io non voglio dimenticare.
io non voglio dimenticare che i repubblichini si battevano si’ per una patria unita, ma molto diversa dai valori in cui crediamo , dai valori della costituzione, dai valori della liberta’, della democrazia, e della non violenza.
io non voglio dimenticare che i repubblichini si battevano per il fascismo, per il corporativismo, per l’antisemitismo, per la negazione dei diritti e per l’esaltazione della violenza.
Io non voglio dimenticare che Si macchiarono di atrocità indegne del genere umano: violenze nei confronti di innocenti indifesi, torture fino alla morte di persone sospettate di essergli contro, torture e fucilazioni dei patrioti,
Io non voglio dimenticare che per opportunismo o per convinzione, restarono al servizio degli occupanti nazisti e collaborarono, cioè, con coloro che provocarono la più grande tragedia che il genere umano abbia conosciuto – e non c’è nessun paese al mondo che premi i collaborazionisti dei nazisti. Mi si puó dire che non furono loro a deportare gli ebrei, ma sicuramente li indicarono ai tedeschi. il 35,49% venne catturato da funzionari o militari italiani della Repubblica Sociale Italiana, il 4,44% da tedeschi ed italiani insieme e il 35,49% solo da tedeschi (il dato è ignoto per il 32,99% degli arrestati) La mano che indica ha la stessa colpa della mano che punisce.
I comandanti tedeschi, poco inclini a fidarsi dei militari italiani dopo i fatti dell’8 Settembre, preferivano evitare di coinvolgerle nei combattimenti del fronte, e si convinsero ad usarle solo nei momenti e nei settori più tranquilli della Linea Gotica. La maggior parte delle azioni compiute da queste unità furono dirette contro il movimento partigiano. Non notate l’assurditá di riunire insieme vittime e carnefici?
Inoltre questa pdl non specifica i combattenti destinatari dell’onoreficenza. Quindi verranno premiati anche ex militanti appartenenti a forze storicamente violente e sanguinarie. Come le Brigate nere, Queste Brigate avrebbero composto un poco invidiabile e davvero poco commendevole curriculum: paesi incendiati, donne e bambini passati per le armi, deportazioni, sequestri, torture, esecuzioni sommarie. Ai crimini tipici delle azioni di contro-guerriglia, si aggiunsero quelli tipici di reparti che avevano arruolato ogni sorta di elemento, includendo anche più di un criminale: i rapporti della Guardia Nazionale Repubblicana elencano numerosi casi di saccheggio, furto, rapina, arresto illegale, violenze a cose e persone.
In nome di questa gente bisogna “superare gli steccati ideologici”? Dare onorificenze e diritti a criminali, saccheggiatori, violenti? Perché non inserire anche i golpisti e i terroristi neri nell’Ordine? Forse non lottavano anche loro per un’idea di tricolore, di patria unita? Ma era la “loro” idea di patria, cosí diversa dalla nostra.
Chi ha partecipato alla Repubblica di Saló non deve essere emarginato, ma rispettato. Non esistono morti di serie B. Solamente non possiamo mescolare partigiani e repubblichini se pensiamo che la nostra Costituzione, le fondamenta del nostro paese, sono uscite fuori dalla Resistenza e non dalla Repubblica di Saló, in guerra contro lo stato italiano Perché è assolutamente chiaro che c’è stata la continuità dello Stato anche dopo l’8 settembre e la caduta del fascismo. E non si può riconoscere a chi ha contrastato lo stato italiano sovrano schierandosi con la Repubblica sociale il titolo di combattente. La Cassazione è chiara in merito. Tutte quelle pronunce sono concordi nel definire i repubblichini come nemici:
“dopo l’8 settembre 1943 lo Stato italiano è rimasto quello che era, secondo lo Statuto, e non ha cessato mai di esistere nei suoi organi legittimi. La pseudo Repubblica sociale italiana, la cui autoproclamazione va definita un atto arbitrario dei suoi dirigenti, non fu mai uno Stato vero e proprio, sia perché mancò il libero consenso popolare alla sua costituzione, sia perché fu combattuta dallo Stato legittimo, attraverso la guerra dichiarata al tedesco, del quale essa era uno strumento. Non essendosi perciò la Nazione divisa in due Stati, né avendo lo Stato legittimo sciolto mai i cittadini dal vincolo di sudditanza, quelli fra essi che si posero contro la Nazione, prestandosi a favorire il tedesco invasore, non potevano non essere ritenuti traditori quali collaborazionisti del nemico”.
Infine la pdl “attribuisce al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore”.
Assodato che combattevano per un Tricolore diverso, contro lo stato italiano, amico di criminali e carnefici. Se diamo un forte valore simbolico e sociale al documento, come chiede riconosciamo valori che non ci appartengono, equiparando repubblichini e partigiani facciamo un torto a chi ha fatto una scelta sofferta e coraggiosa. Uccidiamo nuovamente chi ha combattuto per l’unico Tricolore che riconosciamo: quello di una patria giusta, democratica, ma soprattutto libera.
Lascia un commento