Il sociale siamo noi – Cap.3 – Pane e coraggio

Nel post precedente apprezzavamo la posizione di alcuni franchi tiratori della Destra che hanno fatto uscire la norma sulle ronde dal decreto sicurezza, scherzetto che non è piaciuto alla Lega.

Come non gli è piaciuta la bocciatura della norma che aumentava la detenzione nei Cpt ( o come si chiama ora in modo più  aggressivo CIE – Centro d’inclusione e d’espulsione ) a 180 giorni. Il ministro Maroni si lamenta:”Ora dobbiamo liberare più di mille clandestini” Sì, liberare. Ma come possiamo detenere migliaia di persone in condizioni disumane in centri che hanno una capienza molto minore?
Nel frattempo altri arrivano e altri non ci riescono.

Poche settimane fa due barconi carichi di clandestini sono affondati. A bordo c’erano centinaia di disperati e quasi tutti sono dati per dispersi dai guardacoste libici che hanno condotto le operazioni di soccorso. Intere famiglie distrutte, centinaia di persone morte per cercare di scappare dalla miseria da “un paese che non li vuole verso un altro che li detesta” come dice il buon vecchio Ivano Fossati. Ma non è una notizia degna di essere diffusa dai telegiornali, anche perché non avevano stuprato o derubato nessuno.

Nel frattempo un’altra tragedia si è svolta nei mari a sud della Sicilia. Uno scambio di scaricabarile tra l’Italia e Malta ha costretto una barca piena di 144  disperati a restare in mare per 5 giorni in condizioni atroci, senza pane nè acqua. Malta accusava l’ Italia per il mancato intervento e la stessa cosa facevano i vertici politici del nostro Paese nei confronti dell’ isola. Sul barcone si trovano uomini, donne tra cui alcune gravide, bambini, anziani. Nessuno si è preoccupato dei bisogni di queste persone, facendo diventare questo ennesimo caso di disperazione in una vicenda discussa nei vertici dei palazzi politici. C’ è stata una palese, gratuita e brutale violazione dei più basilari diritti inviolabili e propri di ogni essere umano, ma nessuno sembra accorgersene. L’intera vicenda trattata attraverso fastidiosi dispacci d’agenzia.

Vale la pena leggere i racconti del perchè sono fuggiti dalle loro terre, dato che siamo sempre pronti a giudicare senza soffermarci a capire il perchè di un gesto così disperato, rischiare la vita per una vita migliore.

Quando c’è l’indifferenza bisogna incominciare a preoccuparci.
Ma chi riesce ad arrivare non pensi che i suoi problemi siano finiti.


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