Oggi giornata di assemblea regionale. C’era grande fibrillazione nell’aria, la sensazione che la tensione congressuale non fosse finita, ma ancora presente con le sue fazioni, i suoi schieramenti, i suoi tifosi. . E come poteva essere diversamente? Un’altra campagna elettorale si sta avvicinando: la scelta del presidente della Toscana e dei consiglieri regionali. E’ una partita molto importante, ambizioni personali e di gruppo si scontrano per riuscire a guadagnare l’ambito posto nel parlamentino toscano, da quest’anno ridotto nel numero. Non è ancora sciolto il nodo della presidenza; data per scontata la candidatura di Rossi, il tormentone della giornata è stato: ma Gelli cosa fa? C’è chi ha provato a decifrare il suo discorso fatto all’Assemblea in cerca di metafore e/o riferimenti nascosti, chi si appostava vicino a lui, chi lo chiedeva direttamente. Bhè non serve scomodare Robert Langdon, protagonista del Codice da Vinci e di Angeli e Demoni, domani lo sapremo.
L’assemblea è stata molto deludente. Dopo il discorso fiume di Manciulli, una fotocopia ridotta e locale dell’intervento di Bersani di ieri a Roma, il dibattito è stato per la maggior parte fiacco, ravvivato dagli interventi delle Pisane (brave Settimelli e Agueci) e da una ragazza che, con coraggio e passione, riprendeva i membri dell’assemblea che non ascoltavano perchè occupati nel discutere le” strategie” future. Filo conduttore dei vari interventi è stato: la ricerca dell’unità del partito, il sostegno a Manciulli, il taglio “popolare” che si deve dare il Pd, il rolancio dei circoli nei luoghi di lavoro. E’ stato interessante sentire sul palco parlare di unità, girarsi e vedere capannelli e gruppi facilmente riconoscibili. Tutti, nessuno escluso. Sarà un percorso lungo, quello dell’unità, che dobbiamo volere veramente. Ma non ci pensare è tempo di votare il presidente di assemblea. Personaggio mitologico che stentava a farsi vedere, ma che (e qui cito) “ha avuto il consenso trasversale delle tre mozioni” e per questo è stato eletto a maggioranza. Poi si votano le commissioni, i quali membri sono decisi dai coordinatori delle mozioni e la direzione regionale, i quali membri sono decisi dai coordinatori delle mozioni (la ripetizione è voluta per dare un effetto sarcastico). Gli ordini del giorno sui temi? Bhè si parte con quello sul nucleare, letto e votato a maggioranza, nel quale si ribadisce il nostro no alla forma di energia voluto dal Governo B. a discapito delle fonti rinnovabili. Si procede con un ordine del giorno che chiede di far riunire l’Assemblea più spesso e di dividerne i membri in sottocommissioni di lavoro.Approvato. Altri ordini del giorno su temi come la scuola o che chiedevano modifiche statutarie (ad esempio il no alla deroga dei due mandati per i consiglieri regionali) sono stati dichiarati misteriosamente inammissibili e senza nemmeno dare la possibilità di leggerli è stato votato il loro spostamento in direzione. Alle rimostranze dei mariniani presenti è stato risposto che l’organo politico che decide è la direzione.Fine dei lavori. Conclusione mia: un’assemblea svuotata di proposte e contenuti e che deve solamente ratificare e basta è un’assemblea che morirà presto.
Parafrasando lo slogan di Bersani, voglio trovare un senso a quest’assemblea.
Ah no aspetta, forse serviva per far radunare i capannelli e i vari gruppi.Penso male? Smentitemi nelle prossime convocazioni, sarò strafelice di darvi ragione.
Lascia un commento