La lettura di un reportage sul Sole 24 Ore di oggi mi spinge a parlare di un tema che mi è molto caro: Internet e le nuove tecnologie. Ne parlo troppo poco anche perchè il mio lavoro (quello “vero”) fa un uso veramente intenso del digitale e dei nuovi strumenti dell’informazione e per questo preferisco informarmi e approfondire altri temi, anche per cambiare tipo di approccio e soluzioni.
Internet, banda larga, digital divide, online sono termini che prmai sono entrati nell’uso quotidiano. Ma pensate solamente a 10 anni fa. Era l’Autunno del 1999, avevo appena comprato un fiammante modem 56 kb e facevo le mie prime esperienze nella rete. Sono sempre stato un “early adopters” e per questo pochi dei miei coetanei erano online. Passavo quindi il mio tempo su Mirc, programma che permetteva la chat suddivisa in canali tematici. La maggior parte dei navigatori era composta da maschi ventenni/trentenni, studenti universitari o ricercatori. Le poche ragazze che entravano in chat erano destinate a subire un “approccio” virtuale molto spinto, grazie anche alla freddezza di un monitor che toglie un freno alle inibizioni. Nessuno può vederti in faccia e puoi giocare e recitare come vuoi. Alcune volte queste ragazze si rivelavano persone dell’altro sesso che per scherzo si fingevano donne avvenenti e disponibili. Il web era ancora molto poco sviluppato. Non c’era interattività, non c’erano video, la maggior parte delle informazioni era testuale e per navigare si usavano gli odiati frames. Solo le grandi imprese si potevano permettere un sito Internet, che era essenzialmente usato come vetrina di prodotti.
Ll’Internet del ’99 era un mondo nuovo tutto da scoprire, un mondo che regalava infinite sorprese e meraviglie. Ricordo ancora la mia prima bolletta telefonica: 60 euro per poche ore di connessione al giorno, spese per la maggior parte ad aspettare infiniti caricamenti. Ricordo anche le litigate con mia madre per liberare il telefono. A quel tempo non si poteva telefonare e navigare nello stesso momento. E come scordare i rumori del modem quando si accendeva e si connetteva alla Rete? Quella melodia sgraziata di suoni metallici mi salutava ogni giorno, come una sorta di protodialogo tra l’uomo e la macchina.
Poi venne la banda larga. Tutto cambiò. Il video, il download di musica e film, i giochi online, i social network. Tutto questo è stato possibile dall’incremento costante di velocità disponibile che ha permesso l’allargamento dei servizi e la possibilità di creare contenuto da condividere. Tutto questo provocò il Boom di Internet.
Un sorriso mi nasce pensando a come era limitata Internet nel ’99. Eppure ci sono persone in Italia che sono rimaste ancora in quel Medioevo tecnologico, dato che possono accedere alla rete solo col modem 56k e le vecchie linee telefoniche, rimanendo esclusi quindi da tutti i servizi innovativi che sono stati avviati in questi anni.
Nell’era delle tecnologie il 52% degli italiani non usa ancora Internet. E solo il 14% della popolazione (7.4 milioni di italiani) ha un uso consapevole, interattivo ed evoluto della rete. Questi i dati dall’indagine commissionata dall’Osservatorio Permanente Contenuti Digitali ad ACNielse.
Ma cos’è il digital divide?
Come lo si combatte?
Come si sta comportando il governo?
Le risposte nei prossimi giorni.
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