“Noi siamo una forza di sinistra con una causa precisa, che è quella di costruire una società in cui ci sia più giustizia, più uguaglianza, più libertà. Per questo abbiamo fatto bene ad approvare la legge sull’immigrazione perché si può perdere oggi qualche voto che poi si potrà recuperare: ci sono alcuni principi come quello della solidarietà che vengono prima di tutti”.
Inizia così in una fredda serata di gennaio aPalacongressi di Pisa la campagna elettorale di Enrico Rossi, 75 giorni prima delle elezioni regionali. Puglia, Lazio, Umbria ci sembrano così lontane a noi toscani. Le coalizioni diverse, le fratture interne, le discese ardite e le risalite, ci sembrano molto lontane. Noi il nostro candidato ce l’abbiamo. Un ottimo amministratore, un uomo carismatico, concreto e perchè no, pisano.
Enrico Rossi ha iniziato ufficiosamente la sua campagna elettorale già qualche settimana fa, rilasciando interviste ad alto contenuto innovativo. Come la proposta di accorpare tutti i servizi pubblici della regione per una migliore competitività o la volontà di investire molto sulla ricerca.La strada per lui nella rossa Toscana non è in salita, ma se vincere sembra semplice (niente alla fine lo è veramente) innovare resta il compito più difficile. Fare della Toscana il laboratorio per la crescita della ricerca, delle fonti rinnovabili, della uguaglianza sociale può essere da stimolo ed esempio per l’Italia intera. Vai Enrico sorprendici con nuove idee, rendici orgogliosi e fieri di lavorare con te per costruire una Toscana sempre migliore. Queste parole non devono essere lette come banale piaggeria, ma come voglia di rimettersi in gioco dopo continue delusioni ed amarezze nazionali La voglia di ridare dignità a un partito inconcludente. La voglia di chi vede l’Italia e non si riconosce. Al massimo se riusciremo nei nostri intenti potremo chiedere il ritorno del Granducato!
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