Welcome to the sunny country

Un tema molto delicato è tornato all’attenzione della cronaca in questo primo mese del 2010; un tema difficile, pieno di luoghi comuni: l’immigrazione.
Rosarno è già dimenticata,ma la sofferenza e lo sfruttamento degli immigrati clandestini è ancora lì, a pochi chilometri, come ad esempio nei campi di Gioia Tauro.
D’altra parte le campagne di odio di questi anni compiute dalla politica e dalla televisione hanno fatto diventare l’Italia un paese spaventato e questa paura viene incanalata verso il più debole,l’ultimo, colui che ha meno diritti di tutti: l’immigrato.


Secondo una recente ricerca due italiani su tre ritengono che l’immigrazione sia un grande problema, nonostante la presenza di questi sia molto inferiori a paesi dell’Unione Europea come Germania, Francia, Inghilterra.
Siamo il popolo meno “tollerante” del mondo. Tra tutti i primati negativi questo è quello più vergognoso. Tollerare è un verbo poco adatto, dato che una persona non si tollera, si rispetta. Ma l’immigrazione è davvero un problema? Una prima soluzione è cercare di liberarci dai luoghi comuni. Una lettura fondamentale, sintetica ma esauriente e ricca di dati, si può trovare qui. Ripartire da qui per eliminare falsità e bugie è il primo passo per una migliore comprensione del fenomeno immigrazione. Facendo così si può rispondere in maniera concreta, sostenibile, efficace e rispettosa delle persone, diffondendo una maggiore serenità che aiuta sicuramente l’integrazione.

Ma questa volontà non esiste. Gli immigrati non votano e ci avviciniamo velocemente a una scadenza elettorale. Un Partito nato localmente come la Lega sta ricevendo consensi in tutto il territorio nazionale su questi temi. Spaventato da una crescita radicale del Partito di Bossi, il PDL, invece di rispondere in maniera alternativa, si allinea alle posizioni estremiste di Maroni e compagnia, in una gara a chi colpisce più duramente l’immigrato.

L’idea martellante di immigrato = clandestino, diventata legge dello Stato grazie al Ministro della Paura Maroni, è stata amplificata dalle parole del premier Silvio Berlusconi. Ovviamente questa equiparazione razzista e fuorviante è smentita dai dati, ma contribuisce a creare questo clima ostile, facendo dell’immigrato il catalizzatore dei problemi del Paese.

E per avere un consenso elettorale si fanno leggi che non servono a niente come la citata legge sulla clandestinità. Dopo 6 mesi dalla pubblicazione non è stato ancora espulso nessuno, dati i tempi biblici della nostra giustizia:

“Lo straniero scoperto senza permesso ma non indagato per altri reati, non andrà a processo prima dell’inizio del 2011. Per mancanza di personale e risorse, infatti, procura e giudice di pace non riescono a fare più di 20 cause per clandestinità al mese. E l’esito di quelle cause lontane, comunque, è già prevedibile: il rinvio. «Per i giudici è impossibile emettere sentenze di allontanamento dello straniero — spiega Vito Dattolico, coordinatore dei giudici di pace — organizzare i viaggi di rimpatrio è costoso e complicato: la questura non dà l’ok». Gli unici “clandestini” che vanno a processo, sono quelli che finiscono alle direttissime. Previste, però, solo in caso di arresto. Per altri reati.

Ma non si creano solo leggi inutili, che non risolvono il problema. A volte se ne cambiano alcune perchè sono troppo giuste: la settimana scorsa al Senato la maggioranza blocca un articolo di legge che delegava al governo l’attuazione di norme comunitarie contro il lavoro nero degli immigrati. L’incoerenza al governo:viene approvato un piano inutile contro il lavoro nero  dal consiglio dei ministri, ma allo stesso tempo vengono cancellate alcune norme che aiuterebbero a limitare drasticamente il problema.

Ma tanto i clandestini sono criminali e contro questa gente ogni arma è lecita: Gentilini, il vicesindaco sceriffo di Treviso, ha capito il perchè del flop delle ronde (6 richieste in tutta Italia): non sono armate. Per la caccia all’uomo ci vogliono strumenti adatti: jeep e legionari come minimo.

La Toscana ha molto da insegnare, grazie anche all’esempio della legge sull’immigrazione (che la candidata del PDL Faenzi vuole cancellare). Compito di Rossi è di continuare a tracciare una politica di inclusione e di integrazione, magari spiegandoci meglio come sia possibile ospitare un CIE (centro identificazione e espulsione) in Toscana, dato che nelle altre parti d’Italia questi centri sono spesso disumani e delle vere e proprie prigioni.

La superficialità e l’odio con il quale viene trattato il tema dell’immigrazione richiede uno sforzo comunicativo maggiore da parte dell’opposizione (quindi da parte anche del Partito Democratico):sbugiardare questa politica fatta di spot e proporre un’alternativa seria, rispondere al pacchetto sicurezza col pacchetto integrazione.

Ma questo non è solo un problema dell’Italia: anche in Francia vigono leggi molto repressive contro i clandestini e l’inutilità e la disumanità di questo sistema è perfettamente riprodotta in “Welcome , film uscito da poco che racconta la triste avventura di un ragazzo iracheno che cerca di arrivare in Inghilterra dalla fidanzata. Ogni parola è superflua, dovete vedere il film.


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