Interi quartieri liberi da auto, ricchi di verde e di spazi a misura di socializzazione. Edifici che non consumano, ma producono energia. Illuminazione pubblica a Led, pannelli e collettori solari sopra ogni abitazione. Colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Comignoli trasformati in mini pale eoliche. Scarichi domestici e una parte dei rifiuti selezionati grazie alla raccolta differenziata che contribuiscono a creare biogas usato per il riscaldamento domestico. Fontanelli pubblici che portano acqua controllata e certificata in ogni quartiere. Aree della città costruite secondo criteri di bioediliza. Queste sono le città del futuro. Favolose.Ma la realtà italiana?
Nel 2007 la media italiana è di 598 auto ogni 1.000 abitanti contro la media di 464 dell’Unione Europea; se guardiamo alle città è ancora peggio: a Copenaghen ci sono 27 auto ogni 100 abitanti, a Madrid 32, a Berlino 35, a Londra 36, a Milano 63, a Roma 76. Allora cerchiamo di aumentare l’efficienza del trasporto pubblico. E quindi, ad esempio, metropolitana o corsie preferenziali per autobus: 408 km di metropolitana a Londra, 284 a Madrid, 213 a Parigi, 144 a Berlino, 107 a Barcellona, 106 a Stoccolma, 101 a Monaco e Amburgo…contro i 78 di Napoli (compresi servizi di ferrovia urbana), 75 di Milano, 37 di Roma, 10 di Torino, i 6 di Genova. E le corsie preferenziali: 600 km a Vienna, 289 a Milano, 119 a Torino, 111 a Roma. Siamo il paese del Sole..la bicicletta dovrebbe essere uno dei mezzi di trasporto favoriti. Per favorire l’uso della biciclette, le piste ciclabili sicuramente non bastano (ci vogliono parcheggi, rastrelliere, bike sharing, zone 30, etc…) ma sono un buon indicatore. Anche qui i numeri sono impietosi: attualmente a Milano i km di piste ciclabili sono 74, 175 a Roma (il dato è sovrastimato perché include percorsi ricreativi), 124 a Torino, 190 km a Modena (la città italiana che ne ha di più), contro i 390 di Copenaghen, i 740 di Monaco di Baviera, i 730 di Stoccolma, i 1.000 di Vienna, etc.
Una volta dicevano che le amministrazioni di sinistra erano le migliori. Possiamo ancora esserlo. Un’altra città è possibile.
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