A seguito della mozione votata a Gennaio, il Consiglio comunale ha votato (quasi all’unanimità, un solo voto contrario) il cambiamento dello Statuto del Comune di Pisa, aggiungendo questo paragrafo:
f) [il Comune di Pisa …]“riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile ed inalienabile e lo status dell’acqua come bene pubblico;confermando il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà. Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti ed al tempo stesso pari dignità umana a tutti i cittadini”;
Mentre i comitati per l’acqua pubblica raccolgono le firme per i referendum, a Pisa abbiamo cercato di procedere dando un messaggio politico forte, istituzionale, votando una modifica fondamentale nello Statuto che dovrà guidare nelle scelte future. Un grande merito anche del mio partito, troppo spesso accusato di essere attendista, ma che in questa occasione ha dimostrato compattezza e coraggio. Personalmente, come ho fatto già in passato in occasione della mozione e nelle fasi successive, cercherò di sensibilizzare il gruppo su questo tema. Per questo, insieme al mio collega Landucci, abbiamo rilasciato un comunicato stampa:
Grande soddisfazione da parte del gruppo consiliare PD dopo la votazione che inserisce nello Statuto modifiche in materia di acqua pubblica. “Il comune di Pisa – hanno dichiarato Marco Bani e Stefano Landucci- ha affermato un secco no alla privatizzazione dell’acqua, integrando nel nostro Statuto parole chiare e trasparenti, la migliore risposta a chi ci chiede coraggio nell’affrontare questa delicata questione. La rete idrica nazionale perde quasi metà dell’acqua trasportata per colpa di infrastrutture vecchie e carenti. Solo con un forte impegno degli enti pubblici, che non devono trarre profitto economico dalla gestione del servizio, è possibile investire nel miglioramento degli acquedotti, mantenendo le tariffe più basse possibile e soprattutto senza lucrarci sopra. Il nostro messaggio deve arrivare fino al Governo, l’unico capace di abrogare il Decreto Ronchi, che ha tracciato la strada per la privatizzazione. Noi crediamo che la gestione dell’acqua debba rimanere in mano del pubblico, l’unico modo per garantire l’accesso e l’erogazione di questa risorsa secondo criteri di equità sociali. L’acqua è considerata dall’OSM un presidio sanitario ad indicare che non ci troviamo di fronte a una qualsiasi merce o a una strada, ma ad un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita. Per non dimenticarcelo abbiamo scolpito queste parole nello Statuto del Comune, la carta che esprime i valori nei quali si riconosce la comunità pisana”
Ancora una volta i sostenitori dell’acqua pubblica non sono rimasti a bocca asciutta.
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