Should i stay or should i go, cantavano i Clash nel lontano 1982. La stessa domanda ce la poniamo noi quando succede qualcosa ai nostri militari all’estero. Altri due ragazzi sono morti in quell’inferno che noi stessi abbiamo contribuito a creare. Un pezzo di terra dalla bellezza mozzafiato, ma che da anni non trova pace, che ha visto il susseguirsi di guerre, violenze e sofferenza. Lontano dalla stabilità economica e politica, l’Afghanistan è occupato dalle forze della Nato. Noi paghiamo il nostro contributo con 2.800 militari, ai quali se ne aggiungeranno altri 1000 a Giugno, conseguenza dell’impegno preso per cercare di controllare la zona in maniera più capillare. Siamo ormai invischiati in questo pantano da quasi 9 anni. Il fallimento dell’operazione iniziata dopo l’attacco alle Torri Gemelle è sempre dietro l’angolo. Ormai l’Afghanistan è controllato per la maggior parte dai Taliban e la Nato si sta giocando l’ultima carta, il surge, il rinforzo, per provare a riprendere il controllo di una situazione da troppo tempo impazzita. Noi ci dimentichiamo di quel pezzo di terra per tutto l’anno, quando improvvisamente, notizie di morte ci rinfrescano la memoria e riportano l’interesse su quel conflitto senza fine. E’ di un’ipocrisia infinita e crudele non aspettarsi perdite quando i nostri militari vengono mandati in scenari di guerra. Perchè in l’Afghanistan ci saremo anche in missione di pace, ma la semantica mi insegna che si cerca la pace dove c’è la guerra.
E i politici italiani ci regalano ancora una volta uno spettacolo desolante, con la Lega che urla di “voler far tornare a casa i militari” per poi in Parlamento votare ogni volta per il rifinanziamento delle missioni all’estero. Il solito siparietto mediocre, che soffia sulle emozioni per ottenere il consenso anche durante le tragedie.
La soluzione? Non è così semplice. Quando si tratta di politica internazionale sono tante, troppe le pedine sullo scacchiere.
Ma una via d’uscita ce la suggerisce la canzone dei Clash : If I go there will be trouble An’ if I stay it will be double (Se me ne andrò saranno problemi e se resto ce ne saranno il doppio).
p.s: nel frattempo vi invito a leggere il bellissimo articolo di Rampoldi scritto per Repubblica, dove viene analizzato lo stato della missione afghana e le possibili conseguenze di un ritiro Nato.
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