Le tasche vuote

“Non metteremo le mani in tasca agli italiani”: questo è il mantra ripetuto ossessivamente dal governo e dai parlamentari di maggioranza. Ma la prossima manovra finanziaria si preannuncia di “lacrime e sangue” e di “sacrificio”. Il mio consulente economico nonché collega in consiglio comunale spiega che i tagli agli enti locali si trasformeranno in una forte diminuzione dei servizi, alimentando i problemi sociali, già presenti in gran numero dopo due anni di crisi (quella che è stata negata fino ad oggi).

Questi tagli si aggiungono all’aumento della pressione fiscale del governo Berlusconi.  Infatti se prendiamo la Relazione previsionale e programmatica, che ha accompagnato la Leggefinanziaria precedente, vediamo che la pressione fiscale nel 2008 (anno a metà tra Prodi e Berlusconi) era pari al 42,8% del Pil italiano. Nel 2009, sotto il governo Berlusconi essa aumenta, passando al 43%. Quindi, il governo Berlusconi, cifre di Tremonti alla mano, nel mondo reale ha aumentato – seppur lievemente – e non diminuito la pressione fiscale. E la situazione di certo non migliorerà con questa manovra

Inoltre se da una parte Berlusconi può sbandierare di avere tolto l’ICI ai più abbienti, mettendo in ginocchio gli enti locali, in altri modi e più iniqui modi ha aumentato il nostro dazio da pagare allo stato:

– 2003: tassa sui CD e supporti ottici
– 2005-2006: aumento delle imposte di bollo, di registro, ipotecarie e catastali, sulla registrazione telematica dei contratti, aumento delle rendite catastali
– 2008-2009-2010: raddoppio dell’IVA su abbonamenti pay tv, aumento di accisa benzina e sigarette, estensione della tassa sui CD a ogni altro supporto di memorizzazione, tassa sui ricorsi contro le multe.

Berlusconi e il suo governo hanno messo le mani in tasca agli italiani, ma le hanno trovato vuote.


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