Pochi giorni fa il nostro primo ministro ci deliziava con la declinazione all’italiana del più noto strumento di ricerca: Google diventa Gogol.
Più che l’errore di pronuncia questo denota la lontananza del premier dal mondo dell’innovazione tecnologica, occludendo all’Italia serie politiche di innovazione.
Tutta un’altra storia in Inghilterra, dove il sindaco di Londra (conservatore) Boris Johnson ha promesso di portare il WIFI in tutte le strade in occasione dei giochi olimpici del 2012. L’idea alla base è di dotare ogni fermata del bus (e ce ne sono tantissime) di hot-spots per coprire l’immensa capitale inglese.
“Stiamo facendo tutto il possibile per promuovere la tecnologia a Londra“, ha detto Boris Johnson, che si gioca la rielezione proprio nel 2012, “Tim Berners-Lee è nato a Londra, quindi possiamo rivendicare la paternità di Internet”.
Parafrasando Boris, in Italia stiamo facendo tutto il possibile per ritardare la tecnologia. A partire dal decreto Pisanu che rende difficilmente praticabile, quasi impossibile, la realizzazione di una rete wifi estesa.
Questa legge ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet, abbiamo imposto lucchetti e procedure artificiali, contrarie alla sua immediatezza ed efficacia e onerose anche da un punto di vista economico a cusa di inutili paure e dicerie.
In attesa di una vera politica per l’innovazione e lo sviluppo di Internet almeno una cosa possiamo farla a costo zero. Quando si decideranno le prossime proroghe, a fine anno, lasciamo il decreto Pisanu in un cassetto.
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