Ieri è stato tracciato un quadro desolante per le nuove generazioni. Cosa fare per cercare di evitare il tracollo?
Un partito e la sua giovanile possono fare tantissimo, ma devono scrollarsi quel senso di sfiducia che attanaglia la classe politica attuale, di ogni genere e età.
Non é vero che c’é disinteresse nella politica, che non c’e impegno civile tra i giovani. Non si fidano di noi, prevale l’idea di non contare nulla, principale serbatoio dell’astensionismo.
Ma come, viviamo nell’epoca caratterizzata dalla possibilitá di interscambi di massa, dove una singola persona puó raggiungere una platea di miliardi di possibili ascoltatori e noi non riusciamo a parlare ai nostri giovani? Magari chattiamo con il nostro amico in Nuova Zelanda ma non conosciamo i nostri vicini condomini.
E’ essenziale migliorare la qualitá della comunicazione: basta con i volantini pieni di testo, ma vuoti di significato. Vorrei che la giovanile diventasse anche un laboratorio di comunicazione politica. Uno spazio che attrae, lontano dai troppo frequenti tatticismi della politica. Aggreghiamo le persone su cause concrete, anche al di fuori delle sedi di partito e dei circoli. La maggior parte dei giovani hanno iniziato a interessarsi alleo civile solo dopo l’ingresso in una comunitá.
Qualcosa che prenda spunto da Moveon o dalle fabbriche di Nichi che hanno unito concretezza all’utopia.
Un posto dove lavorare e creare una comunitá viva,bella, serena. Un posto fatto per persone che lavorano o studiano e che invece di andare al cinema o guardare la partita vogliono impegnarsi per aiutare gli altri, consegnare volantini , fare un documentario e perché no, divertirsi nel farlo.
Un posto che rielabori e trasformi le proposte politiche, anche quelle più difficili come lavoro e welfare, in qualcosa di facilmente digeribile a tutti, dal 14enne al pensionato. Se non ci facciamo capire bene, il nostro lavoro di proposta è inutile.
Creare una comunicazione che costruisca fiducia, una comunicazione intelligente,che non può prescindere dal web e dall’aggregazione sul territorio. Obama ha vinto non perché ha usato il web. Obama ha vinto perché era Obama.
Con l’approssimarsi dell’estate facciamo iniziative fuori dai circoli, nuove, interessanti, alle quali possano partecipare anche facce diverse dalle solite. Troviamo modi originali per far capire la mostruosità della legge-bavaglio, le ingiustizie della manovra finanziaria, i problemi dei lavoratori.
Sono i momenti come questi che non vanno persi. Momenti di sfiducia e di forte preoccupazione che richiedono azioni tempestive e decisive. Quale momento più indicato per far vedere a tutti che il Partito Democratico si è scrollato i problemi del passato ed è vivo, in salute, con i giovani in prima fila, energie rinnovabili, motore di propulsione di iniziative e idee.
C’é una parola che è stata citata spesso negli ultimi mesi. Una parola che dovrebbe esortare all’azione, che fa infiammare gli animi, che regala speranza: coraggio.Questo coraggio viene spesso richiesto ai giovani, che devono portano freschezza e nuova linfa vitale. Noi ci dobbiamo essere e dobbiamo essere ascoltati.
Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936) dice che la Costituzione (in vigore dal 1° Gennaio 1948) è datata. Facciamo vedere che “essere giovane” è una questione di mentalità e non di età anagrafica. Facciamo vedere che noi possiamo davvero guidare le sfide che abbiamo di fronte. Siamo responsabili di quello che non sappiamo evitare. Divertiamoci a stupirli.
Lettera ai giovani democratici (e non) – parte 2 (Passare all’azione)
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