L’omofobia vituperio delle genti

Ieri, durante la giornata mondiale dell’orgoglio omosessuale, il Comune di Pisa ha issato sul pennone del Ponte di Mezzo la bandiera “rainbow”, simbolo del movimento lgbt internazionale. Per l’occasione il sindaco Filippeschi ha indossato la fascia arcobaleno. Un buon modo per ricordare come Pisa sia  sempre stata città all’avanguardia per i diritti gay. Prima città ad ospitare una manifestazione omosessuale nel 1979 e a dotarsi nel1999 di un registro delle Unioni Civili, cui possono iscriversi ance e coppie gay e lesbiche. Se vogliamo tornare indietro nel tempo la Toscana ha depenalizzato l’omosessualità nel 1853 e nel 2004 la nostra Regione si è dotata di una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Nel DNA di questa città e di questa regione c’è quindi l’accettazione di ogni orientamento sessuale ed il rifiuto di ogni forma di discriminazione e di violenza omofobica e transfobica.

Ho voluto scrivere un post sull’argomento non durante la giornata nazionale dell’orgoglio omosessuale per sottolineare come non bisogna ridursi a ricordarci dei diritti delle persone lgbt solo per poche ore, ma lavorare costantemente per cambiare la società e fermare le terribili violenze che ancora si susseguono nell’Italia del 2010.

Mentre nella fredda Islanda il premier donna si scalda sposando la sua compagna, nel nostro paese non abbiamo ancora una legge contro l’omofobia. Una mancanza da colmare al più presto.

Da segnalare la nascita di Arcietero: eterosessuali dalla parte degli omosessuali, per incrementare la sensibilità ed evitare che a protestare per i diritti negati siano sempre la solita minoranza. Siamo noi eterosessuali a non essere abbastanza emancipati da capire che spetta a noi chiedere più diritti per gli omosessuali. Così come gli uomini si sono battuti per dare il diritto di voto alle donne e chi ha un lavoro manifesta al fianco di chi non ce l’ha e chi ha una casa sfila in corteo accanto ai terremotati dell’Aquila. L’unione fa la forza, la battaglia per i diritti richiede l’impegno e il sacrificio di tutti.


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