[Congresso Pisa] Non è il momento di festeggiare, il difficile inizia adesso.

Ieri i giornali locali hanno dato ampio risalto alle divisioni interne del PD pisano, a seguito dell’esito delle consultazioni per individuare una candidatura unitaria. Andrea Ferrante ha riscontrato un consenso ampio, superiore alla metà dei consultati, nel venire candidato alla segreteria cittadina. Ho supportato Ferrante perchè ha lavorato con me nel direttivo di circolo e successivamente ci siamo ritrovati nella mozione Marino insieme e ho potuto quindi apprezzare le convergenze politiche su molti temi e le indubbie qualità personali.  Un sostegno fresco e genuino per chi avrà l’arduo compito di sistemare i difficili equilibri interni al partito e rilanciare l’attività di proposta per l’amministrazione.Ma anche se dalle consultazioni è uscito forte il segretario che volevo, io non ho vinto.

Non ho vinto perchè fra compagni e amici dello stesso partito non deve prevalere la logica della sopraffazione verso il gruppo sconfitto. Non c’è vittoria, c’è solo una scelta.
Non ho vinto perchè ci sono state polemiche che hanno minato l’armonia e la serenità, complicando la situazione.
Non ho vinto perchè quando ci sono rancori personali, rivalse, vendette, la “ditta”, come piace chiamarla a Bersani, non lavora bene

Inoltre mi chiedo perchè tutti ci riempiamo la bocca di parole come unità, anticorrentismo, gruppo, e poi sui giornali e in altre sedi chi cerca di superare le appartenenze alle vecchie mozioni, votando un candidato non afferente alla sua area, viene indicato come doppiogiochista, trasformista, venduto. Per loro uno che apparteneva alla mozione Franceschini non può votare un mariniano, perchè “al nazionale non fanno così”. Ma come, B. è stato tanto bravo da far dimenticare il suo passato da pidduista e manipolatore e noi non riusciamo a scrollarci di dosso le etichette di appartenenza di un congresso finito da un anno? Comincio a capire il “tafazzismo”.

Se finalmente c’è la volontà di superare le correnti/aree/gruppi e finalmente basarsi sul merito di una persona questo è da lodare. Seguire una strada che va “oltre” le vecchie dicotomie d’alemianiVSveltroniani, giovaniVSvecchi, bersanianiVSfranceschiniani, diessiniVSpopolari, apparatoVSbase. In questo periodo non ce lo possiamo permettere.

Potrò dire di aver vinto solo quando non vedrò più un ministro della Repubblica inneggiare a sparare ai clandestini, una scuola italiana ridotta a propaganda di partito, un parlamentare che esalta la prostituzione come metodo per ottenere posti nelle istituzioni.

Solo quando non vedrò tutto questo potrò finalmente festeggiare. E se saremo uniti sarà ancora più divertente.


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