6800 registrati dicono Renzi e Civati alla fine della tre giorni fiorentina, con il sorriso sulle labbra, contenti di aver superato ogni previsione. 6800 secondo la questura. “Per una volta i dati coincidono, siamo riusciti a fare l’impossibile” dice con una battuta Pippo nel suo intervento finale. In effetti non è retorica annunciare il successo dell’iniziativa. Erano stati stampati solo 5000 badges e nelle ultime ore l’organizzazione è ricorsa alle fotocopie per far fronte al fiume di gente che continuava ad arrivare alla stazione Leopolda.
Un evento ampiamente osteggiato da molti leaders del partito democratico, ai quali non è piaciuta la parola “rottamare”, usata dal furbo Renzi per ottenere il palcoscenico mediatico e pubblicizzare l’iniziativa. Ma in 15 ore di interventi la parola “rottamare” è stata usata pochissime volte e per lo più rivolta verso molti aspetti della società italiana, paralizzata dal sogno berlusconiano, nel frattempo diventato incubo.
Un bombardamento continuo di proposte e di idee, facilitato dal format degli interventi: 5 minuti a persona, nessuna deroga per parlamentari, segretari o star dello spettacolo. Qui vige l’uguaglianza: non conta un cazzo nessuno (cit.) Perchè un nuovo modo di fare politica passa anche da questo.
Abbiamo parlato di lotta all’evasione per non tagliare i servizi, di come superare la precarietà dei lavoratori, della necessità della banda larga e delle nuove tecnologie piuttosto che del ponte sullo stretto, di come l’immigrazione fa rima con integrazione, del rilancio dell’economia espresso in un modo così immediato e comprensibile che sembrava troppo semplice. 1oo interventi, 100 parole, che dovranno essere organizzate, semplificate e impacchettate in proposte facili da digerire e da comunicare.
Già, la comunicazione. Più che a una riunione del PD sembrava di essere a un evento televisivo, maxischermi, mega cartelloni, battute, video a ripetizione e un linguaggio diverso, ma che non scadeva mai nel banale. Mi sono anche divertito, pensa un po’. Finalmente una politica più cool, che sicuramente non serve a governare (quello lo possiamo fare con le nostre proposte), ma a a guadagnare consenso sì. E solo noi sappiamo quanto ne abbiamo disperatamente bisogno.
A me non interessa discutere se Bersani doveva esserci o no alla Stazione Leopolda. Voglio solo augurarmi che la Carta di Firenze (ovvero il documento che verrà prodottocome risultato della 3 giorni) venga ben accolta dal nostro segretario. All’interno non troverà nessun attacco agli esponenti del partito ,nessuna mancanza di rispetto, ma tutte le proposte e le nuove parole per comunicare un’agenda chiara e condivisa. Non esiste un altro PD, esiste solo un’altra Italia da costruire tutti insieme, a partire dalla manifestazione dell’11 Dicembre e dalle prossime “fermate”.
“Non posso smettere di muovermi, non posso fermarmi”, diceva la canzone “ufficiale” della 3 giorni. E noi non lo faremo. Insieme agli altri amici/fratelli/compagni che Sabato sono andati a Roma all’Assemblea dei Circoli, che abbiamo giustamente applaudito, più tutti gli altri delusi e esuli in patria che aspettano la riscossa, possiamo davvero iniziare un nuovo sogno, provare nuove emozioni.
Restate sintonizzati, ne vale la pena.
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