Se la barca affonda…

Il modo migliore per constatare il naufragio e le debolezze di un partito è vedere chi esce e se ne va in un’altra formazione politica.
L’emorragia dal Pdl è lenta e costante, a tutti i livelli.
Era già successo alla fine del 2005, quando la fine del governo Berlusconi era vicina e si prospettava una vittoria della sinistra (ma sappiamo tutti che finì male), molti fuggirono da Forza Italia scommettendo ( e perdendo) sulla fine ormai prossima del Cavaliere.
È avvenuto anche recentemente al PD, dove, nei momenti di maggiore crisi, abbiamo assistito alla creazione di nuove formazioni politiche di dubbia solidità ( chi ha detto Rutelli? ) e rovinose uscite ( ma in alcuni casi ci abbiamo guadagnato, vedi Calearo e Binetti).
Ma l’emergenza maggiore la sta vivendo il Popolo della Libertà. Sedotti dalle opportunità politiche proposte da Fini e annusando la fine del grande capo, sono in tanti ad abbracciare la nuova formazione politica Futuro e libertà. Dopo la prima pattuglia di coraggiosi in Parlamento che hanno sancito lo strappo e la conseguente escalation nella crisi di governo, non c’è giornata dove non si annunci la creazione di un nuovo gruppo provinciale o il passaggio di un noto politico nel futuro partito di Fini. Anche a livello locale sono in molti ad aver lasciato il Pdl: la consigliera provinciale Luperini, i due consiglieri comunali di Pisa Cognetti e Balzi, due consiglieri di San Giuliano, uno a Cascina e molti altri ancora.

In questa nuova politica dove le persone contano più delle idee e dei valori, provo un sottile (nemmeno tanto) piacere a constatare il crollo del Berlusconismo, visto che non riesce nemmeno più a tenere i suoi. Anche se una bestia ferita può fare ancora male, sembra ci siano davvero tutti i presupposti per il declino del Governo.

Dispiace che Berlusconi sia stato spodestato da un altro uomo di Destra, ex fascista, probabilmente destinato a diventare il nuovo leader dei conservatori. Sarebbe stato ancor più bello se fossimo stati noi a far chiudere questo ventennio berlusconiano.

Non siamo stati i protagonisti di questa fase, è vitale esserlo nella prossima, per non passare dalla padella alla brace. Una brace chiamata Fini.
Ci sono già troppi tegami in giro.


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