La 3° commissione consiliare (Cultura, sport, turismo) ha votato un mio documento per la salvaguardia del sito archeologico delle navi antiche di Pisa.
In questo ordine del giorno, che verrà discusso in Consiglio Comunale, abbiamo cercato di sintetizzare il valore di questo sito archeologico, proponendo alcune soluzioni per la sua difesa e per il suo sviluppo, ora più che mai necessario. Potete leggerlo qui sotto, sburocratizzato:
Il sito archeologico delle navi antiche di Pisa è considerato una delle più grandi scoperte archeologiche degli ultimi tempi, con un immenso valore scientifico e culturale : 30 imbarcazioni di epoca romana di cui 10 quasi integre, e con tutto il carico perfettamente conservato, persino le corde, le reti, gli oggetti personali dei marinai. La particolarità del contesto ha consentito un livello di conservazione di reperti organici unico al mondo, tanto da attirare l’attenzione di tutta la comunità scientifica internazionale. La tipologia dei depositi consente attività di formazione uniche sia nello studio dei contesti sommersi, sia nello sviluppo delle tecniche di conservazione sul campo, di recupero e di documentazione, anche con mezzi innovativi.
Le caratteristiche del cantiere e del deposito archeologico consentono attività didattiche plurilivello sia di ambito universitario (ceramologia, metodologia di scavo, interventi di emergenza su materiali deperibili, studi dei processi postdeposizionali, tecnologie applicate alla documentazione archeologica, tecniche di campionatura fisico-chimica) sia professionale (formazione avanzata sulla sicurezza nei cantieri, operatori di rilievo e grafica, operatori fotografici, tecniche di restauro sul campo, operai specializzati), sia scolastica (campi scuola, attività didattiche, simulazioni di scavo, programmi divulgativi);
E’ veramente uno scandalo che l’attività di scavo è ferma da anni nonostante l’elevata possibilità di trovare nuovi reperti; nonostante lo stanziamento di circa 15 milioni di euro – complessivamente tra finanziamento agli scavi e al Museo – che sottolinea l’attenzione da parte dello Stato, sono ancora molti gli investimenti da fare: per chiudere il cantiere entro 5 anni servirebbero circa 1.500.000 annui; per mantenerlo semplicemente (senza alcuna attività) servono 390.000 annui;
Ad oggi non sono stati erogati i fondi richiesti per i danni verificatisi dopo le intense alluvioni di Gennaio che hanno colpito la nostra Provincia e che hanno danneggiato il sito e per l’anno 2011 il finanziamento previsto nei fondi ordinari è stato di 20.000 euro, che non riesce a coprire nemmeno le spese per la luce, ed inoltre non è possibile visitare il sito e i laboratori per mancanza di personale e risorse, privando tutti della possibilità di conoscere meglio questo tesoro. Inoltre non c’è abbastanza personale per aumentare i servizi di valorizzazione che attraggono nuovi fonde e risorse, come l’aggiornamento del sito web e del parco software utile per la catalogazione dei reperti trovati e la sospensione di produzione del materiale scientifico da pubblicare.
L’eccellenza legata al sito archeologico, il Centro di Restauro del Legno Bagnato, nato con lo scopo di recuperare,restaurare e conservare per la futura musealizzazione la grande quantità di reperti, molti dei quali di natura organica, restituiti dal deposito di San Rossore, rischia la chiusura o il sottodimensionamento, nonostante le elevate competenze che hanno fatto sì che il Centro venisse coinvolto in più occasioni a fornire consulenze per il recupero di situazioni archeologiche complesse. Purtroppo l’attuale forma giuridica non permette la gestione delle attività a fini di lucro, riducendo le possibilità di offrire servizi e consulenza da parte del Centro di Restauro del Legno Bagnato, nonostante le enormi e pressanti richieste.Purtroppo in caso di fermo prolungato del Centro con conseguente assenza di personale specializzato per il monitoraggio dei reperti archeologici c’è un aumento del rischio di degrado dei reperti organici , compresa la repentina sospensione delle attività di smontaggio e restauro della nave D attualmente in corso.
Stiamo andando finalmente verso l’apertura del Museo delle Navi antiche, che vuole essere un museo in costante evoluzione, che respira e trae nuova linfa dal sito archeologico e dalle nuove e vecchie scoperte. L’apertura prevista è per i primi mesi del 2010.
Riteniamo che per Pisa e per il patrimonio archeologico mondiale l’abbandono del sito e del Cantiere rappresenterebbe una perdita incolmabile, ed esprimiamo forte preoccupazione per il futuro del sito archeologico e del Cantiere delle navi antiche .
Facciamo appello al Governo, al Ministro per i Beni e le attività culturali, al Parlamento ed a tutti i parlamentari toscani affinché venga garantito un flusso di investimenti e di fondi costante che possa garantire una gestione ordinaria del sito e del Cantiere, secondo gli impegni presi negli anni precedenti, e la possibilità di trovare una forma giuridica consona che possa portare a un parziale autosostentamento del Sistema Sito-Cantiere-Navi, attraverso l’offerta di diverse tipologie di servizi.
Molto possono fare anche le realtà istituzionali che insistono sul territorio comunale, affinchè collaborino a fare sistema per trovare nuove forme di finanziamento e di promozione del sito archeologico.
Evitiamo l’affondamento in modo definitivo ed irreparabile di una delle eccellenze culturali presenti nella nostra città.
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