Una nuova liberazione per vecchi diritti

In questo momento particolare, le parti si sono invertite. La destra, severa e bacchettona su ogni possibile apertura sul fronte dei diritti civili, sta usando tutta la sua macchina comunicativa per contrastare la sinistra, giustamente dubbiosa e perplessa sull’esempio morale dato da Berlusconi.

Civati ha ragione: Con la destra nel cortocircuito più totale, i liberal dovrebbero approfittarne: perché per la prima volta nella storia patria i conservatori non fanno nemmeno più finta di fare i bacchettoni. E anzi danno del bacchettone agli altri. Perché a loro va bene tutto.  Forse è arrivato il momento giusto per rilanciare, allora, sulle libertà, quelle vere. E sugli stili di vita, quelli che non fanno male agli altri e contro i quali la destra ha sempre fatto le barricate. Sono in preda al panico: è il momento di lanciare la sfida.

La sfida va lanciata in fretta, mentre in Inghilterra gli omosessuali si potranno anche sposare in chiesa, noi stiamo soffrendo un’arretratezza civile senza pari in Europa: la cassazione ci chiede di legiferare per quanto riguarda le adozioni ai single, le coppie di fatto restano inspiegabilmente fuori da ogni riconoscimento, contro l’omofobia non siamo riusciti a fare niente, ci siamo dimenticati dei problemi dei disabili e il testamento biologico rimane un sogno nel cassetto.

Giorgio Vecchiani, presidente Anpi di Pisa, l’anno scorso ha detto che la Liberazione diventi il giorno in cui si sollevano i problemi che riguardano i diritti fondamentali. Liberiamoci dalle catene del tempo e rilanciamo sui diritti di tutti. Senza le interferenze della destra il messaggio arriverà più chiaro e forte.

Nel frattempo lasciamoli giocare con la loro ipocrisia:


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