Calambrone – Pane e coraggio

Dopo aver ascoltato le parole dell’odio, ieri mattina mi è arrivata la notizia del grave attacco vandalico contro l’ex ospedale di Calambrone, sede possibile per l’accoglienza delle persone migranti secondo il modello toscano. Sono stati provocati danni per migliaia di Euro, vanificando il lavoro svolto nei giorni scorsi. Soldi dei contribuenti, tolti alla gestione amministrativa che viene quindi privata dalla possibilità di fornire alcuni servizi.
E’ inaccettabile vedere una protesta trasformarsi in azione vandalica, ma era quasi inevitabile visto il clima e l’incapacità politica di chi guidava il presidio.
Le scene di Calambrone sono rimbalzate su tutti i media nazionali, offrendo un’immagine distorta e cupa della realtà pisana. Se volevano ottenere pubblicità l’hanno ottenuta, anche se negativa. Un’immagine di una località schiumante di rabbia che non disdegna atti vandalici non è assolutamente uno spot per il turismo. Ad esempio, io non ci andrei mai.
Per rimediare a una frattura della comunità e tornare a una discussione con toni civili e sereni è necessario che tutte le forze politiche, anche quelle che potrebbero ottenere vantaggio da questa situazione, facciano un passo indietro, condannando senza se e senza ma l’atto vandalico e cominciando a valutare la fine del presidio come gesto di riconciliazione.
Come aveva detto il Sindaco nell’assemblea di Lunedì, si sta cercando di valutare le soluzioni migliori per il nostro modello di accogliere i migranti, basato sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti umani. Infatti i primi arrivi, 80 migranti, saranno destinati nel parco regionale di San Rossore e nell’ex dipartimento di biochimica dell’università di Pisa a San Piero a Grado, 40 per struttura.
Ma la violenza non è la risposta ai problemi, se il Litorale aveva bisogno di rassicurazioni, non è così che le otterrà. Solo con il dialogo possiamo capirci e affrontare ogni emergenza con serenità.
Ora continuiamo a sostenere il modello toscano, lavorando con la testa e con il cuore più che con la pancia. Perché ci vogliono “pane e coraggio” per affrontare certe situazioni e restare umani, senza scivolare verso i nostri istinti più bestiali.


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *