Prossima fermata Pisa – Sogno

Ecco l’intervento per Prossima fermata Pisa  di Sabato scorso:

“Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale saranno giudicati non per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere”
Questo era il sogno di Martin Luther King, un sogno che portava con sé la speranza che attraverso l’uguaglianza e il riconoscimento dei diritti fosse possibile superare i conflitti, le violenze e le tensioni.
A distanza di cinquanta anni, il suo sogno non è ancora pienamente compiuto, ma l’aver eletto un presidente nero ha dimostrato che enormi passi in avanti sono stati fatti, che con la passione e il sacrificio di molti i sogni si possono avverare.
Non ho vissuto nell’era delle grandi ideologie, dove c’era nei partiti una fede religiosa, quai sacrale. Quando il muro di Berlino è caduto, ero in prima elementare e l’unico muro che mi preoccupava era quello che mi separava dal campo di calcio dietro casa. Eppure prima c’era una visione, un fine, che accomunava persone diverse, ma che si sentivano fratelli solo perchè condividevano lo stesso ideale, lo stesso futuro.
E’ retorica? Non è forse il sogno l’opposto della politica con la sua dura e fredda realtà della gestione delle cose?
Il sogno non si definisce come una fuga dalla realtà né come la sua negazione o la proiezione di un mondo che non c’è. Il sogno in politica è una sfida a forzare in un punto quello che appare come un vincolo , come un obbligo nella realtà e nella quotidianità. Il sogno, declinato anche come visione o come prospettiva, è una componente fondamentale della vita di un uomo, ci guida, ci coccola, ci permette di dare razionalità alle nostre scelte.
Si può essere realisti e sognare.
Ma il sogno deve essere condiviso : deve trasmettere con un’immagine la possibilità di sollevare e riscrivere il presente. Il nostro compito è scriverne uno diverso, uscire dalla valle disperazione, di sofferenza, di diseguaglianza, di tristezza creata da un sogno fasullo, un sogno di carta, il sogno degli ultimi 20 anni: il sogno berlusconiano
Una visione che ci ha paralizzato, che ci porta al collasso. Un sogno basato sull’individualismo, sulla furbizia spicciola, sul machismo, sull’intolleranza del diverso, sulla prevaricazione dell’altro. Fottere per non essere fottuti, tanto per essere maleducati, dove i colpi bassi e le nefandezze vengono premiate
Un sogno semplice, facile da perseguire e da comunicare, elementare e per questo molto attraente. Un sogno perfetto per la televisione e i suoi modelli di successo facile.
Ma più che un sogno a me pare un incubo.
Ma noi come ci siamo contrapposti? Siamo riusciti a tradurre le nostre idee in una visione comune, condivisa?
Quello che abbiamo adesso sono solo frammenti di sogni, piccoli scrigni chiusi, che non comunicano fra loro.
Quando ci accorgeremo che ci accomunano molte più cose di quante ce ne dividono, potremo finalmente lavorare al meglio, liberarci dal passato, comunicarlo chiaramente, recuperando persone e risorse, accogliendo nuove passioni e nuovi entusiasmi.
Mi potete dire che con i sogni non si governa? Non è vero. Ho la fortuna di essere amministratore e anche nella gestione della più piccola cosa, dalla riparazione di una buca al posto in più in un centro per senza tetto, ho in mente una visione più grande, quella di anteporre al pil, prodotto interno lordo il fil, felicità interna lorda.
Non bastano le poesie. Ci vogliono idee, le mitiche proposte. La mia proposta è semplicemente di continuare così, di continuare nel nostro sacrificio, di non arrendersi. Torniamo nelle nostre case e non dimentichiamoci dei nostri sogni, condividiamoli con le persone, con i nostri amici, i nostri compagni e le nostre compagne, i nostri politici e amministratori.Solo così il sogno, il nostro sogno, si potrà delineare chiaramente e con forza. Solo parlandone.
Quando saremo soddisfatti? Mai, ma sono sicuro che ci sentiremmo più infelici se non ci provassimo nemmeno.
You may say i’m a dreamer, but i’m not the only one, diceva John Lennon, puoi dire che sono un sognatore, ma, per fortuna aggiungo io, non sono il solo.
Non me ne frega niente di essere stato squallidamente retorico o inconcludente, la mia unica competenza è la passione e questo è il modo che conosco per condividerla.
Se qualcuno è riuscito a rubarci il futuro, non ci è riuscito con i sogni.
Quelli non svaniscono, finché le persone non li abbandonano.


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *