Piano piano la giustizia arriva…

In questo periodo di fine campagna elettorale dominata da insulti e dichiarazioni deliranti arriva un raggio di luce.
Oggi è un giorno felice. La polizia serba ha arrestato Ratko Mladic, l’ex capo militare dei serbi di Bosnia latitante dal ’96 e ricercato per genocidio e crimini contro l’umanità, denominato per questo “il boia di Srebenica”.
Dopo 15 anni c’è ancora molto risentimento in Bosnia. Lo scorrere del tempo non è bastato per cancellare vecchi rancori e creare un sentimento di unità tra le diverse etnie. Troppo orgoglio, troppe ingiustizie, troppi muri impediscono di porre fine alla spirale di odio e diffidenza che si è creata nella verde terra bosniaca.
Qualcosa può cambiare. Ma deve farlo tutto il mondo occidentale, ogni nazione, ogni popolo, superando gli scontri di civiltà che infestano ogni nazione. Solo quando smetteremo di chiamarci nemici, solo quando la religione non sarà più un fattore di discriminazione, solo quando la città di nascita non sarà più un problema, potremo finalmente riuscire a risolvere le fratture che ci sono in Bosnia. Ricordarsi di non escludere chi in questo momento prova risentimento verso altri, ma cercare di capire le cause di questo sentimento, aprirle e sviscerarle in maniera chirurgica per operare con la migliore soluzione.
Sforzarsi di trovare un terreno comune, pensando che alla fine una cosa che ci unisce ci sarà sempre: tutti noi proviamo gli stessi sentimenti. Sia quelli nobili come l’amore e la compassione, sia quelli negativi, come l’odio e l’indifferenza.
Il primo passo che ci deve muovere è quello di ricercare e ottenere giustizia, in modo da facilitare il processo di riconciliazione, iniziando quel cambiamento che deve avvenire per prima cosa nelle nostre teste, perchè dobbiamo essere noi ad accettare le differenze.
Avevo 12 anni quando il mondo apprendeva del massacro di Srebenica. Troppo giovane per capirne la tragedia e la violenza, per me rimase solo un eco lontano, una macchia dell’Europa lavata troppo in fretta. Onorare la memoria delle vittime vuol dire poter rivendicare il diritto alla verità e alla giustizia; vuol dire essere confortati dalla convinzione che la giustizia potrà fare il suo corso, che le istituzioni sono impegnate nella ricerca della verità giudiziaria.
L’arresto di Ratko Mladic è un magro sollievo per i familiari delle vittime,ma un grande messaggio di speranza per un futuro più sereno e giusto.

Ma la memoria di Srebenica deve rimanere ancora fresca. Qualcuno ci sta provando…fra poco ne vedrete il risultato. Intanto date un’occhiata qui..


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