Dopo che ieri ho fatto un appello sul “perché votare“, vorrei entrare nel merito di “come votare”! Non ho dubbi 4 sì senza se e senza ma.
Legittimo impedimento (scheda verde) SI
Intervista a Mascia sulll’importanza di questo quesito. [Se ne parla poco, questioni come l’acqua o l’energia nucleare toccano più da vicino le persone. Per il legittimo impedimento parliamo di vicinanza democratica, visto che riguarda l’articolo 3 della Costituzione, ovvero l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, violato dal legittimo impedimento che ha creato privilegi per alcuni e disparità di trattamento tra le persone in sede di tribunale.]
Nucleare (scheda grigia ) SI
Ha avuto il percorso più travagliato, ma adesso è arrivato il verdetto risolutivo: si può votare! Un altro SI: non è per colpa di Fukushima, non lo diciamo sotto l’onda dell’emozione. Siamo contro il nucleare da sempre. Mentre l’Europa spinge verso le rinnovabili, noi guardiamo al passato. Senza considerare costi, che si dovrebbero aggirare intorno ai 6 miliardi di euro (solo iniziali), e tempi (circa 20 anni) per individuare e portare a compimento la costruzione delle centrali. Largo, invece, alle rinnovabili, dove l’Italia può giocare un ruolo da leader mondiale, grazie alla conformazione paesaggistica del paese. Per non parlare della sicurezza.
E se non siete ancora convinti leggetevi 13 domande sul nucleare con le relative risposte, di Carlo Monguzzi
Acqua (scheda rosa e scheda gialla) SI
Con il primo quesito (scheda rosa) si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
È l’ultima normativa approvata dal governo Berlusconi: stabilisce l’affidamento del servizio idrico a soggetti privati attraverso una gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato (all’interno delle quali il privato detenga almeno il 40%). La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici. (Da Repubblica)
Con il secondo quesito (scheda gialla) si propone l’abrogazione dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
La parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il meccanismo che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici. (da Repubblica)
L’intento dei due quesiti è chiaro. Smontare l’impostazione della gestione dell’acqua del decreto Ronchi, che vede i privati come attori protagonisti in futuro. Votare SI significa dare un segnale per la gestione pubblica e per fermare l’accelerata sulla privatizzazione voluta dal governo Berlusconi.
L’acqua deve restare un bene pubblico accessibile a tutti i cittadini con un servizio della massima qualità a tariffe eque. L’idea contraria a quella del Governo è di un governo pubblico dell’acqua: programmazione con le scelte dei sindaci, regolazione e controllo attraverso l’istituzione di una authority indipendente nazionale e compartecipata dalle regioni, la possibilità di una tariffa sociale e una più alta per chi spreca l’acqua.
La priorità agli investimenti e al miglioramento del servizio anche attraverso un fondo nazionale di riequilibrio tra le diverse zone del paese, reso possibile solo dal controllo pubblico.
Esempi fallimentari di privatizzazione dell’acqua e modelli virtuosi di gestione pubblica (o mista, ma a forte maggioranza pubblica) li potete leggere su questo articolo nel sito de iMille.
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