Cosa sta succedendo all’Italia? Tra squali e pescecani

Cosa sta succedendo all’Italia? Cercherò di spiegarlo con parole mie che sono lontanissime da quelle di un economista.
Cos’è che differenzia il nostro paese dalle altre economie europee come Inghilterra, Francia e Germania? Un debito pubblico mostruoso. Per debito pubblico si intende il debito dello stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o soggetti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni (come BOT e CCT) destinate a coprire il fabbisogno finanziario statale. In poche parole, in passato abbiamo chiesto soldi per finanziare la spesa pubblica (servizi, opere, politica) e ora dobbiamo restituirli, ma con gli interessi, che crescono ogni anno. Una spesa annua che toglie respiro e margini di manovra, che costringe a tagliare su scuola, welfare, cultura, politiche di sviluppo.
Questo enorme freno abbassa nettamente le nostre prospettive future, facendo diminuire il giudizio sullo stato dell’economia e sulla sua capacità di essere solida (termine tecnico: ci hanno abbassato il rating)
In questo clima di incertezza si aggiunge la nota caratteristica italiana: l’immobilità politica, che alimenta il pessimismo degli investitori internazionali.
Questa situazione è aggravata dal panorama europeo: la Grecia sull’orlo del default, termine tecnico per dire che non è in grado di ripagare il suo debito pubblico e che chi ha prestato soldi alla Grecia non riuscirà a riavere indietro tutti i suoi soldi, ma solo una parte: Portogallo e Irlanda sull’orlo della bancarotta per aver puntato su prodotti finanziari, la Spagna con un grande tasso di disoccupazione e di crisi immobiliare.
Questo clima di difficoltà e la lentezza nel prendere decisioni collettive da parte di tutti gli Stati Europei, ha dato spazio alla speculazione. Quando la politica non c’è subentra il mercato. E non ha pietà di nessuno. Riprendo un passaggio dal blog di Civati:

Con la globalizzazione, i mercati finanziari sono diventati come grandi greggi di pecore; gli investitori guardano si all’andamento dell’economia dei singoli paesi, ma soprattutto guardano a quello che fanno gli altri investitori; se si rendono conto che il mercato va tutto in una direzione, tendono a seguire questa direzione per minimizzare le perdite, o comunque per evitare di rimanere con dei titoli o azioni che non valgono un granché.
In questo contesto, tutti hanno paura di fare mosse e si guardano intorno per cercare di capire come andrà il mercato per cercare di anticipare ogni mossa.

Da Repubblica:

Dietro azioni e manovre speculative, finalizzate solo al rapido guadagno, c’è non solo l’avidità di singoli soggetti, individuali o collettivi, ma ci sono anche oggettive situazioni di debolezza e di squilibrio economico, che gli speculatori enfatizzano e sfruttano per sé, ma che non creano dal nulla, se non episodicamente e superficialmente. La speculazione, quindi, non potrebbe scatenarsi se non ci fossero, a monte, responsabilità strutturali – politiche, economiche, amministrative – ; intervenire su queste è il modo più sicuro – più ancora che vietare ai mercati certe pratiche specifiche – per difendere gli interessi generali delle economie nazionali (o sovranazionali) dalle mire particolari degli speculatori.

Fate conto che il mercato è formato da tanti squali e pescecani che gravitano attorno a un branco di pesci, che sono gli Stati Europei. Finchè il branco è unito, gli squali difficilmente azzannano i pesci-Stato. Ma se qualcuno rimane indietro, o viene abbandonato, o si mette a litigare allora i pescecani si avventano su quello sventurato pesce-Stato, che viene attaccato più volte.

L’Italia adesso è uno di quei pesci solitari: la manovra economica presentata, frutto di giochi politici e paure elettorali, ha destato l’attenzione dei pescecani. Come se fosse un’esca appetitosa. Perchè ci allontana dal branco-Europa e non ci rafforza. Sempre dal blog di Civati: un quarto dei tagli si basa su misure che si devono ancora decidere. In piu’ le misure devono essere implementate fra due anni, e noi italiani non siamo tanti bravi a mantenere gli impegni.

In questi giorni gli squali ci hanno attaccato e solo l’aiuto del branco-Europa ci ha salvati. Siamo feriti , ma non morti. Solo se smetteremo di giocare fuori dal branco potremmo andare avanti con tranquillità. Questo significa un rafforzamento della manovra, un rafforzamento della politica, un rafforzamento della nostra credibilità.

Altrimenti saremo nuovamente cibo per pescecani. Difficilmente questa volta ci salveremo.


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