La chiamano maratona dell’omofobia. In effetti è una prova molto faticosa, una sfida ai pregiudizi e alle diseguaglianze dura da affrontare, ma possibile da vincere. Oggi nuovamente sarà discussa in Parlamento la proposta di legge contro l’omofobia e transfobia, dopo due anni di battaglie e di ritorni in commissione. L’Italia è uno dei paesi in cui si registrano il maggior numero di aggressioni legate all’orientamento e all’identità sessuale. Se pensate non sia vero ricordo solamente che solo a Roma nelle ultime due settimane ci sono state tre aggressioni omofobe, una finita con un lancio di uova e vetri. C’è bisogno di una reazione che unisca tutte le coscienze civili democratiche per combattere ogni forma di discriminazione e per ridurre il gap di tutele che l’Italia registra rispetto ad altri paesi europei. Infatti molti stati europei hanno una normativa molto rigorosa nei confronti del pregiudizio , in difesa delle vittime che aumentano di giorno in giorno. In Italia la legge Mancino prevede già un’aggravante per reati istigati da odio etnico, religioso e razziale. Si tratta di estendere quanto previsto in questa legge con l’inserimento dell’odio verso gli omosessuali.
Nel frattempo a Pisa e in altri enti locali, grazie alla “Maratona contro l’omofobia”, abbiamo cercato di sostenere e dare forza alla proposta legge di nuovo in discussione.
La mozione approvata impegna Sindaco e Giunta comunale a continuare a promuovere, in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica a una cultura delle differenze, alla condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica; a promuovere, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, interventi nella scuola, volti a contrastare le discriminazioni e a diffondere una cultura delle diversità tra i “futuri cittadini”
a valutare la possibilità di prevedere sanzioni accessorie per illeciti amministrativi che presentano anche motivazioni discriminatorie (come ad esempio scritte sui muri o affissioni abusive, già sanzionate anche tramite ordinanze sindacali).
Non è un caso che a Pisa si sia votato questo documento. La nostra città è sempre stata città all’avanguardia per i diritti gay. Prima città ad ospitare una manifestazione omosessuale nel 1979 e a dotarsi nel 1999 di un registro delle Unioni Civili, cui possono iscriversi ance e coppie gay e lesbiche. Se vogliamo tornare indietro nel tempo la Toscana ha depenalizzato l’omosessualità nel 1853 e nel 2004 la nostra Regione si è dotata di una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Nel DNA di questa città e di questa regione c’è quindi l’accettazione di ogni orientamento sessuale ed il rifiuto di ogni forma di discriminazione e di violenza omofobica e transfobica. Oggi il Comune di Pisa vuole dare il proprio appoggio alla discussione che si terrà in Parlamento esponendo la bandiera color arcobaleno, iniziativa promossa dall’associazione Laicità e diritti.
Non lasciamo gli omosessuali a lottare da soli per i loro diritti, ma facciamo fronte comune per lottare contro tutte le ingiustizie e le discriminazioni dell’Italia di oggi. Fa parte del nostro DNA. Risvegliamo la società dal torpore per vincere la battaglia più difficile, quella sull’ignoranza e sul pregiudizio. Siamo noi eterosessuali a non essere abbastanza emancipati da capire che spetta a noi chiedere più diritti per gli omosessuali. Così come gli uomini si sono battuti per dare il diritto di voto alle donne e chi ha un lavoro manifesta al fianco di chi non ce l’ha e chi ha una casa sfila in corteo accanto ai terremotati dell’Aquila. L’unione fa la forza, la battaglia per i diritti richiede l’impegno e il sacrificio di tutti.
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