Sinistrese

Ieri durante la discussione su Ikea ho voluto marcare le differenze rispetto alle dichiarazioni del capogruppo di centrodestra Giovanni Garzella, che accusava il parco di essere un freno allo sviluppo. Il collega consigliere non era a conoscenza che un altro sviluppo è possibile, declinato sotto la forma di “sviluppo sostenibile”. Ovvero  quel processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale. Tale processo lega quindi, in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. [Wikipedia].

Lo sviluppo può passare anche attraverso il recupero e/o la riqualificazione di aree abbandonate, cercando di continuare una politica di sviluppo a impatto zero. Un esempio pratico? C’è un capannone deserto, con solo lo scheletro di cemento? Si butta giù e si costruisce con la stessa metratura, così non viene consumato suolo.

Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia lo possiamo anche trovare nei nuovi decreti legislativi, ed è così definito: “Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all’uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”.

Guardare al presente pensando al futuro. Non è quello che deve fare uno statista?

Eppure ieri alla fine del mio intervento sono stato “accusato” da parte di un consigliere dell’opposizione di parlare “sinistrese”, una lingua ormai in disuso della quale si conservano poche tracce. Mi sono sentito stranamente bene,,

Certo, la sinistra è meglio farla con i programmi, anzichè con le parole. Ma se parlassimo un po’ più di “sinistrese” facendolo diventare il linguaggio del futuro, non sarebbe male. Ne guadagneremo in credibilità e considerazione. D’altra parte chi non conosce la lingua, come fa a comunicare?

Non esistono linguaggi puri. Un linguaggio è vivo fin che è in evoluzione, fin che sa accogliere stimoli e aperture. Oggi invece le nostre orecchie sono sempre più chiuse, distratte, conformiste. (Salvatore Sciarrino)

E’ tempo di sinistrese!


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