D’Alema è uno di quei personaggi politici che non ha vie di mezzo: o si ama o si odia. Riempe le feste del PD, tutti lo ascoltano, ma troppo spesso viene anche accusato di essere l’origine dei mali del partito, il freno per la riscossa democratica.
Zoro, abile comunicatore, in un’intervista spettacolo, incalza D’Alema su molti temi. Vi consiglio di vederla per capire meglio il profilo dell’onorevole pugliese, tanto amato anche a Pisa.
Ci sono passaggi che condivido e altri che proprio non capisco. Uno di questi è la dichiarazione che i diritti civili in questo momento sono in secondo piano, perché è necessario pensare all’economia. Se l’Italia è agli ultimi posti come diritti per le persone non ce ne deve fregare, visto che i conti vanno male. Una posizione necessaria per allargare la coalizione includendo forze che vedono come fumo negli occhi battaglie come quelle per il matrimonio degli omosessuali o semplicemente per le coppie di fatto. Un tatticismo inutile che di fatto taglia i ponti con tutto quel popolo democratico che è interessato ai diritti civili, che ogni giorno lotta per cercare di portare l’Italia a livelli “normali” di civiltà, tirandola fuori da questo Medioevo culturale che da troppo tempo va avanti. Diritti che non coinvolgono solo gli omosessuali ma migranti, disabili, ammalati, donne. Una grande fetta della popolazione italiana, che vede ogni giorno la propria dignità calpestata dai soprusi della “maggioranza”.
In seguito D’Alema parla di “equivoco”, scusandosi se è stato incompreso e cercando di rimediare spiegando qual è la sua posizione. Meglio, ma inciampa sempre sulla smania di trovare un equilibrio, un compromesso “fra le varie correnti”. Così non solo si legittimano posizioni “molto distanti” da un partito riformista e progressista, ma ancora una volta si tentenna verso un risultato che non soddisferà nessuno.
Si può mediare una manovra economica, il prezzo di un servizio, la vendita di immobili. Ma non si può giocare a Risiko sui diritti delle persone.
Il mio non vuole essere una nuova critica al solo D’Alema, che magari avrà anche posizioni vicino alle mie, ma una “sveglia” a chiunque abbia paura di avere posizioni troppo “avanti”. Siamo troppo indietro su questo versante per permetterci di aspettare ancora. Su questi punti è necessario essere chiari e netti.
Si tratta semplicemente di agganciare il treno che ci tiene attaccati ai paesi civili, niente di nuovo da inventare. Limitarsi a constatare che la nostra natura e la nostra identità non ammettono esitazioni su questo, né ammettono che si minimizzi. Sulla pari dignità delle persone non si scherza, né si può pensare di evitare le domande che i cittadini legittimamente ci porranno. Se non lo capiamo da soli, saranno loro a farcelo capire. Non è una responsabilità da poco. Sveglia, Massimo, sveglia. (Ivan Scalfarotto)
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