Non siamo antiberlusconisti. E’ lui che è Berlusconi.

No, non siamo antiberlusconisti. Non odiamo il Primo ministro. E’ solo che lo riteniamo totalmente inadatto a governare. Le sue scelte distruttive per l’Italia, le sue politiche conservatrici e senza prospettiva

Come quando fa sparire gli 800 milioni destinati alla banda larga, che dovrebbero colmare il gap digitale che abbiamo con le altre nazioni europee. Eppure uno studio recente della Bocconi ha dimostrato che ogni 10 per cento di aumento di penetrazione della banda larga, la ricchezza di un paese in termini di Pil cresce dell’1 per cento. E ogni mille nuovi utenti di banda larga si creano 80 nuovi posti di lavoro. Un bel “tesoretto” lavorativo in tempi di crisi. Una vasta e migliore connessione a Internet è una chance imperdibile per l’Italia, un Paese senza materie prime, ma con un immenso patrimonio culturale, commerciale, artigiano, industriale per il quale il web potrebbe rappresentare un volano eccezionale. Ma evidentemente alla banda larga si preferisce il ponte (sullo) stretto.

Per non parlare dell’ambiente, questo sconosciuto. Tra piano casa e condoni edilizi, le politiche ambientali sono sempre state viste come un “fastidio” dal governo Berlusconi. Qualcosa di superfluo. E infatti in quattro annici sono stati  tagli per ben il 90% del budget: dal 1,3 miliardi di euro del 2008 a 120 milioni di euro nel 2012.   Soldi che verranno tolti al piano bonifiche, alla gestione dei parchi, alla lotta al Co2. Ma soprattutto non ci saranno più soldi contro il dissesto idrogeologico. In un paese che troppe volte ha già visto la tragedia degli allagamenti e delle frane, come Messina o il nostro Serchio, togliere risorse alla prevenzione del territorio è come giocare alla roulette russa: si spera sempre che il colpo in canna sia vuoto. Ma se non lo fosse?

Per questo è necessario cambiare. Uscire da questo tunnel infinito. Non siamo antiberlusconisti. E’ lui che è Berlusconi.


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