- “Aumento graduale delle quote per l’accesso alla pensione di anzianità (anni di età più anni di contribuzione”. Alzare in modo graduale l’età di pensionamento.
- “E’ prioritario superare i rischi e le incertezze che scoraggiano le imprese a ricorrere ai contratti a tempo indeterminato”. Stop a contratti a termine.
- “Va riesaminato il peso del prelievo sulla ricchezza immobiliare. L’Italia è l’unico paese ad aver abolito l’imposta sull’abitazione principale”. Tassare la ricchezza immobiliare.
- “Abbassare la soglia per l’uso del contante e poi favorire un maggior uso della moneta elettronica per le spese delle famiglie”. Lotta all’evasione fiscale
- “Necessario un riordino delle professioni e delle regole imposte ai negozi” Liberalizzazioni
Chi ha detto queste semplici parole, che sanno tanto di un programma politico chiaro e convincente? Bersani? Renzi? Di Pietro? Vendola?
No, nessuno di loro. E’ stato il nuovo governatore della Bankitalia, Ignazio Visco, a elencare le possibili soluzioni future per l’Italia. Un incredibile e inatteso stimolo che va nella stessa direzione che vuole il centrosinistra, che però lo esprime in maniera confusa e complicata.
Quando ci facciamo sorpassare dai tecnici in quanto a “chiarezza” e “coraggio” mi domando a cosa serva ancora la politica.
Poi penso all’ultimo weekend a Bologna con Civati e la Serracchiani e al fatto che tutte queste cose erano state già dette in quell’occasione. E se venissimo a scoprire che Visco era a sedere insieme a noi?
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