In questa Italia divisa fra tifo, bande e squadre, c’è una cosa che unisce tutti: la contrarietà alla manovra. Non piace a PDL, a IDV, alla Lega, al PD e perfino al Terzo Polo, il grande sponsor di Monti. Insomma a tutti. Ma verrà votata, con o senza equità. Con o senza crescita. Nel frattempo anche un altro economista si aggiunge alla schiera di delusi: è Paul Krugman, premio Nobel per l’economia e considerato uno dei più importanti opinionisti del campo.
La sua riflessione sulla manovra Monti, tradotta da me sa un suo articolo su Social Europe Journal:
Credo che oggi in Europa “tecnocratico” sia sinonimo di “illusorio”. Guardate, più austerità non convinceranno i mercati che l’Italia va bene. Infatti, l’austerità – a meno che non
accompagnata da importanti cambiamenti politici a Francoforte (BCE, ndt)- è probabilmente controproducente, in quanto farà male all’economia italiana più di quanto non la aiuti a breve termine.
L’Italia sta affrontando una crisi immediata di liquidità e un enorme problema a medio termine in quanto cerca di regolazione per avere costi e prezzi di nuovo in linea con l’Europa centrale. L’unico modo plausibile per risolvere questi problemi è attraverso una politica molto più liberale da parte della BCE, sotto forma di acquisti di obbligazioni ora e un’implicita
volontà di lasciare correre l’inflazione un po’o per un periodo prolungato.
Gli ottimisti ci dicono che tutta questa austerità serve per fornire copertura alla BCE per fare quanto è necessario. Ma questo ora sembra sia rimasto un desiderio; gli illusi tecnocrati d’Europa apparentemente credono ancora che un altro giro di vite di austerità servirà a uscire dalla crisi.
Per dirla senza mezzi termini, la moneta unica riuscirà a resistere alla caduta dei salari, la deflazione del debito e la prolungata crisi economiche?
Krugman ci dice quello che da mesi sosteniamo con forza: senza crescita non andiamo da nessuna parte. Sopravviveremo certo, ma ai mercati piace il profitto, non l’austerity.
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