La rivisitazione della celebre frase di Massimo D’Azeglio è più che mai attuale. L’Europa è ancora un concetto confuso, troppe volte usato come capro espiatorio da chi deve far ingoiare manovre difficili: “ce lo chiede l’Europa”, “è colpa dell’euro”, “ah come si stava bene prima”….etc.
Purtroppo la lontananza delle sedi delle istituzioni e la totale mancanza di politiche integrate alimentano la percezione di un distacco. Allora prima di esprimere un giudizio netto cerchiamo di capire meglio cos’è l’Europa, come funziona la macchina amministrativa e come influisce sulle nostre vite.
Partiamo dalle nuove generazioni, quelle che decideranno il destino del continente, che devono essere preparate nel prendere le decisioni giuste. Partiamo dai fondamentali, dalle scuole e dall’università.
Alcune proposte potrebbero essere (scaturite da una due giorni a Bertinoro):
In ambito universitario, considerando che verrà destinata una quota premiale pari al 7% del fondo complessivo del finanziamento ordinario per le università virtuose, si propone di favorire la mobilità e l’internazionalizzazione attraverso una percentuale della quota premiale prevista all’incentivazione delle buone pratiche per la mobilità universitaria. (Erasmus e simili)
In ambito scolastico, partire dalla formazione degli insegnanti valorizzando e potenziando le competenze europee ed i progetti esistenti nella formazione scolastica.
Nel rispetto dell’autonomia degli istituti scolastici, lo scopo è stato quello di favorire la sensibilizzazione degli insegnanti su questa tematica, aumentando la visibilità della mappatura
dei progetti già esistenti) introducendo meccanismi premiali per sostenere finanziariamente le scuole che hanno sviluppato progetti in favore dell’europeizzazione e dell’internazionalizzazione.
Nell’ambito delle indicazioni nazionali del primo ciclo che sono attualmente in fase di revisione, si sostiene di sensibilizzare la tematica attraverso la proposizione di un emendamento del titolo
dell’art. 1 della legge 169/2008 relativa a ‘Costituzione e cittadinanza’ (e su circolari attuative) in favore dell’educazione civica europea a partire dal titolo che andrebbe modificata in questi
termini: ‘Cittadinanza italiana e europea e Costituzione’
Tutte queste misure devono andare verso l’insegnamento futuro di una materia fondamentale per la comprensione dei processi politici comunitari: l’educazione civica europea, che si può declinare come materia autonoma o in forte integrazione con quelle già esistenti.
Non sia mai che la prossima generazione, scoprendo l’Europa, non si senta più unita in Italia.
L’epoca passata, epoca che è finita con la rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l’uomo, l’individuo, conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L’epoca nuova è destinata a costituire l’umanità;… è destinata ad organizzare un’Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra loro a un comune intento. G.Mazzini
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