Ci sono due parole che trovo molto inflazionate al momento: vergogna e razzista. Se ormai la prima ha perso ogni valore, utilizzata indiscriminatamente come una frusta che non colpisce, la seconda ha invece ancora un minimo effetto accusatorio, di riflessione. Ieri sul Tirreno è stata pubblicata una lettera sugli ultimi avvenimenti che hanno riguardato la comunità rom. Ecco un estratto:
E ciò accade quando per molti pisani la colpa dell’amministrazione è quella di bruciare, da molti decenni, ingentissime risorse per una umanitaria opera di assistenza e integrazione con risultati assolutamente esigui per la pervicace volontà di moltissimi rom a proseguire consuetudini di maschilismo parassitario, di oppressione e sfruttamento di donne e minori. Questi ultimi avvenimenti confermano l’evidente irrecuperabilità della maggioranza dei rom rispetto ai loro comportamenti criminali
Ecco. Non ho dubbi. In queste parole serpeggia il razzismo: il credere convintamente che una comunità, un popolo, una etnia abbia la cultura dell’illegalità, che la maggioranza di loro abbia una propensione per i comportamenti criminali. Nella missiva si parla inoltre di “maschilismo parassitario, oppressione e sfruttamento di donne”, parole che si legano bene al degrado culturale che sta vivendo l’immagine della donna in Italia, come ci illustra benissimo Lorella Zanardo nel suo libro “Il corpo delle donne”, o ai vari casi di violenza che strisciano silenziosi nel Paese e che emergono troppe poche volte.
Non si sa inoltre che il progetto “Città sottili”, che ha permesso la costruzione di case minime e un serio percorso di integrazione, ha utilizzato fondi europei e che solo una piccolissima percentuale è uscita fuori dal programma. Molti altri si sono inseriti in un percorso di convivenza, andando ad allargare la nostra collettività.
L’integrazione è un processo molto lungo che richiede l’aiuto di tutte le comunità del territorio. L’illegalità va colpita proprio per tutelare e incentivare la maggioranza di chi si comporta bene. Questo vale sia per le comunità straniere che per chi evade il fisco. Senza nessun favoritismo. Ma per favore, come diceva Moretti, le parole sono importanti. Democrito diceva anche che la parola è l’ombra dell’azione. Scegliamole bene quando si accusa qualcuno. C’è sempre la vaga possibilità di essere presi sul serio.
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