La sempre ottima Barbara Spinelli oggi su Repubblica critica le infelici uscite del Primo Ministro Monti e rilancia sulle cose da fare:
Non per ultimo, sulla politica degli immigrati, che faccia di loro i nostri futuri concittadini. In un ottimo articolo su Italianieuropei, Beda Romano racconta come la Germania sia forte perché esattamente su questo ha scommesso: introducendo il diritto del suolo fin dal 2000, e “trasformando lo Stato in un progetto politico più che etnico o religioso”. In tanti modi si può rompere la monotonia. Purché si rompa la monotonia autentica, e si scongiuri il cambiamento senza cambiamento.
Il tema del cosiddetto IUS SOLI (diritto di suolo, ovvero dare la cittadinanza a chi nasce qui) è stato rilanciato dal Presidente Napolitano e da una campagna nazionale dal nome evocativo: “Italia sono anch’io”. Molte sono state le iniziative e gli appelli per incentivare finalmente una buona proposta che restituisca dignità al dibattito sempre attuale sull’immigrazione. Anche noi in Consiglio Comunale a Pisa vogliamo dire la nostra e insieme al compagno/collega Luigi Branchitta, abbiamo presentato una mozione sull’argomento.
Ma perchè lo Ius soli? Perchè dare la cittadinanza italiana a tutti i nati nel nostro paese?
Il documento parla di come le persone di origine straniera che vivono in Italia sono oggi circa 5 milioni (stima Dossier Caritas Italiana Fondazione Migrantes al 1° gennaio 2010), pari all’8% della popolazione totale. Di questi un quinto circa sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Nati in gran parte in questo Paese, solo al compimento della maggiore età si vedono riconosciuto il diritto a chiederne la cittadinanza. Il luogo di provenienza dei loro genitori è lontano, spesso non ci sono mai stati. A loro, alle loro famiglie, vengono per lo più frapposte soltanto barriere. Limitazioni insormontabili e ingiustificate, che danno luogo a disuguaglianze, ingiustizie e persecuzioni;
Visto che l’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio dell’uguaglianza, impegnando lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento, ma nei confronti di milioni di stranieri questo principio è disatteso.
Bisogna inoltre considerare che il concetto di cittadinanza è oggi riconsiderato alla luce delle facilitate condizioni di spostamento radicamento in nuove realtà territoriali da parte sia di gruppi che di singoli individui provenienti da altri Stati e che l’ltalia è passata in un arco di tempo relativamente breve, da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione stabile.
Bisogna dare atto che questi flussi hanno determinato il radicamento sul nostro territorio di gruppi e comunità di stranieri che hanno saputo integrarsi nel tessuto sociale e economico in cui si sono stabiliti, e che molti di loro contribuiscono alla crescita della nostra economia sviluppando attività di ogni tipo e livello.
Per via di lentezze burocratiche eccessive e disumane che nel nostro Paese per avere la cittadinanza occorrono almeno tredici anni (visto che dopo dieci anni si può presentare domanda, ma successivamente ne passano almeno altri tre perché ferme in qualche ufficio)
La campagna “Italia sono anch’io” ha come obiettivi quelli di presentare in Parlamento due proposte di legge di iniziativa popolare: da un lato assegnando allo ius soli, cioè al diritto di essere cittadini del nostro Paese partendo dal luogo nel quale si nasce e non dalla discendenza di sangue, un ruolo di primario rilievo. La cittadinanza viene inoltre a definirsi come diritto soggettivo e legittima aspirazione delle persone a partecipare a pieno titolo alla vita della comunità e della città, dopo un periodo di soggiorno legale sul territorio, e in tempi ragionevoli. Dall’altro, attraverso il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per chi risiede per un periodo congruo, si elimina una ingiustizia che rischia di minare sempre più il principio del suffragio universale a livello territoriale, impedendo a milioni di persone di partecipare pienamente alla vita della comunità dove vivono;
Per questo e altre riflessioni inserite nel documento, il Consiglio comunale di Pisa impegna il Comune a:
- aderire al Comitato Promotore Pisano della campagna “L’ITALIA SONO ANCH’IO per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera;”
- collaborare con il Comitato Promotore Pisano della campagna L’ITALIA SONO ANCH’IO nella raccolta delle firme delle due proposte di legge di iniziativa popolare avvalendosi anche delle Associazioni locali che hanno aderito al Comitato suddetto;
- promuovere la partecipazione e il protagonismo dei migranti in tutti gli ambiti sociali, lavorativi e culturali del territorio, convinti del fatto che esercizio della cittadinanza significhi innanzitutto possibilità di partecipare alla vita e alle scelte della comunità di cui si fa parte;
- agire a tutti i livelli, nel ruolo che compete a questo Consiglio Comunale, affinché gli ostacoli che impediscono il pieno esercizio di cittadinanza tra italiani e stranieri vengano rimossi, determinando le condizioni per la sua concreta realizzazione, in modo da contribuire a garantire un futuro di convivenza, giustizia e uguaglianza, in cui ogni persona che nasce e vive nel nostro paese sia consentito di essere a tutti gli effetti cittadino/a italiano/a
- valutare la possibilità di dare la cittadinanza onoraria ai bambini nati negli ospedali pisani, come è stato fatto in Provincia di Pesaro
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