Una lettera per Poste Italiane: non licenziate quei lavoratori

840 milioni di utili. 6mila nuovi contratti (rigorosamente a tempo determinato). Ci sarebbe da gioire per l’ottimo stato di salute di un’azienda pubblica come le Poste, che si riscatta dagli anni bui del passato. Ma avere un buon attivo evidentemente non significa garanzie per i lavoratori.
Infatti Poste Italiane ha deciso di “tagliare” sul personale: 600 esuberi (leggasi licenziamenti) in Toscana, 130 solamente a Pisa a seguito della decisione di ridimensionare il Centro meccanizzato postale di Ospedaletto. Verranno tagliati anche circa 50 (su un totale di 244) portalettere, rendendo meno efficiente il servizio di consegna.
Già ora la zona di Pisa vede questo servizio a singhiozzi. Alcuni giorni i postini non passano proprio, con buona pace di lettere prioritarie o raccomandate urgenti.

Come dice anche il comunicato stampa Pd Pisa a firma di Magliano Gaetano non si capisce “perché la scelta non riguarda certamente una mancanza di lavoro; ci risulta infatti che sia stata frequente la richiesta di lavoro straordinario ai lavoratori. Del resto, questa presa di posizione da parte dell’azienda mal si concilia con l’aver indetto, pochi mesi fa, un concorso nazionale per reclutare ben 6.000 unità con contratti a tempo determinato, mentre ci si vuole disfare di personale qualificato e a tempo indeterminato.”

Le Poste Italiane hanno ancora molti disservizi, risultando poco affidabili anche dalle grandi aziende, che preferiscono affidarsi ai corrieri spendendo molto di più, come Amazon ad esempio, che negli altri paesi Europei si affida invece al servizio di posta tradizionale. Almeno sull’etica e sulla salvaguardia del posto di lavoro può ancora dare un buon esempio.
Ne discuteremo oggi in consiglio, spedendo le nostre istanze ai dirigenti di Poste Italiane. Sperando che arrivino puntuali al destinatario.


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