[Bella mi’ Pisa] Le bandiere non sventolano, i risciò non circolano, i rimborsi ai partiti non diminuiscono?

Città, consiglio, partito locale: Pisa a 360°.

No bandiere, no party
E’ ancora una notizia fresca la chiusura dello Stadio Marassi a seguito degli scontri causati da un piccolo gruppo di tifosi genoani che ha tenuto in ostaggio l’intera squadra. Notizie che fanno male al calcio, che ci rinfrescano sul rischio sempre possibile di trasformare una giornata di divertimento e relax in un inno alla stupidità e al conflitto.
La stessa cosa è successa in questi giorni a Marina di Pisa: domani, in occasione della battitura della moneta celebrativa dell’anniversario del litorale pisano, era previsto uno spettacolo di danze medievali con la partecipazione degli sbandieratori di Firenze. Una tranquilla giornata di festa, un’occasione per vedere all’opera professionisti dell’intrattenimento che cercano di rievocare tempi passati. Ma quello che è riemerso non mi è piaciuto, retaggio di un passato oscuro sopravvissuto fino ai giorni nostri: il campanilismo. Non quello ironico, bonario o graffiante, bensì quello ignorante. Infatti, grazie a una “sollevazione” su Facebook, che non esprime il pensiero comune, ma può aggregare i più “estremisti”, l’organizzatore della giornata e la Provincia di Pisa hanno deciso di non far partecipare gli sbandieratori gigliati.
Una decisione frettolosa, che premia comportamenti ormai fuori dal tempo e priva molte famiglie di uno spettacolo da vedere. Un appiattimento su stereotipi del passato, buoni solamente per le peggiori taverne, che hanno dato l’occasione ai fiorentini di darci un’altra lezione di stile e dignità : infatti gli sbandieratori pisani sono stati invitati dai loro colleghi a sfilare con loro in terra “nemica”. Complimenti vivissimi ai “pisani” che con le loro lamentele hanno dimostrato come mai il Rinascimento è avvenuto in terra fiorentina.

Un risciò contro la crisi?
Questo Primo Maggio, festa del lavoro, paradossalmente vedrà livelli di disoccupazione molto alti. E’ difficile proprio la creazione di un posto di lavoro, colpa di una crisi che non risparmia nessun settore. Occorre ripartire dalle idee, premiandole e scommettendo sulla loro buona riuscita.
Come nel caso di Roberto Alberti che, disoccupato, ha scelto di iniziare una attività di risciò, invece di andare ad ingrossare le liste dei disoccupati del Centro per l’Impiego. Purtroppo è rimasta vittima dei ritardi della burocrazia. Non essendoci regolamentazione su questi veicoli “atipici” la sua domanda non ha ancora ricevuto una risposta chiara da Ottobre. Per questo, insieme al consigliere Buscemi (PDL), tramite un’interpellanza abbiamo chiesto alla Giunta Comunale di dare seguito a questa richiesta. L’assessore Forte ha ribadito la necessità di una normativa per tutti i trasporti diversi da quelli standard. Ma i tempi della politica si scontrano con i problemi della disoccupazione e quello che abbiamo chiesto è di concedere un’autorizzazione provvisoria, come già fatto in altre città fra cui Firenze e Genova.
Le idee sono il futuro, il nostro capitale maggiore, il nostro investimento. Compito della politica è dare seguito alle idee più innovative e sostenibili, evitando di ingabbiarle in una burocrazia inconcepibile, mortificandole con tempi d’attesa biblici.

Operazione trasparenza
Potrà essere stata tardiva, ma l’operazione di diminuire fortemente i rimborsi pubblici ai partiti proposta dal PD è l’unica possibilità concreta e attuabile immediatamente per dare una risposta a questa anomalia. In attesa che il Parlamento (leggasi gli altri partiti di maggioranza) vogliano accettare questa intenzione bisogna sottolineare come il partito locale abbia da mesi intrapreso un’ “operazione trasparenza” che ha voluto raggruppare in questa pagina disponibile sul sito. Redditi, bilanci, costi delle tessere, entrate, uscite, tutti online e resi pubblici (alcuni dati sono in fase di aggregazione).Informazioni che possono soddisfare il più singolare dei “voyeur” o semplicemente dare ragione a chi chiede agli agenti pubblici più trasparenza. Non siamo tutti uguali.


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