Oggi si festeggiano i lavoratori e dappertutto (sia online che offline) ovviamente si parla dell’alto grado di sofferenza che imperversa nel paese, lasciando un sapore agrodolce ai vari festeggiamenti. E se oggi non fosse il primo Maggio? Il perché ce lo spiega brillantemente Ernesto Maria Ruffini:
Oggi è il 30 aprile e mezzo. Non è il primo maggio, non ancora. Anche per quest’anno il primo maggio salterà.
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Non lo è perché nel nostro paese, dal primo gennaio a ieri, sono morti 159 lavoratori sul luogo di lavoro.
Non lo è perché nel nostro paese ci sono più di due milioni di disoccupati e oltre 250 mila lavoratori in cassa integrazione.
Non lo è, perché per non farci mancare nulla, nel nostro paese ci sono anche gli “esodati”, tecnicamente parlando.
Non lo è perché in molti hanno addirittura smesso di cercarlo, il lavoro.
Non lo è perché l’Italia è stata fondata sul lavoro, ma dopo essere stata fondata ha poi lentamente smesso di crescere e di svilupparsi sul lavoro.
Non lo è perché gli italiani che si contano sulle dita di due mani detengono una ricchezza pari alla “povertà” di tre milioni di italiani.
Non lo è perché la ricchezza e il privilegio sono tornati ad essere il sogno dei più, quando il nostro sogno avrebbe dovuto essere il lavoro per contribuire al benessere sociale di tutti.
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