Ikea, il Comune di Pisa ha detto sì
Con una votazione a larga maggioranza (Pd, UDC, Fli, SEL e qualcuno del PDL) il Consiglio Comunale ha dato il via libera alla variante soprannominata “Ikea”, perché permetterà l’insediamento del megacentro svedese. Pensare che solamente un anno fa sembrava che Ikea avesse chiuso definitivamente la porta a un punto vendita attorno a Pisa, per via di un tira e molla con l’amministrazione durato 6 anni che non ha soddisfatto le parti. E invece in pochi mesi si sono realizzate tutte le condizioni per permettere l’apertura nell’area dei Navicelli, vicino all’aeroporto e alle strade di grande comunicazione. Perché siamo soddisfatti? In questo periodo di grave carenza occupazionale lo sbarco degli svedesi a Pisa porterà (secondo lo studio commissionato) almeno 300 posti diretti (200 full time) e altri 100 grazie all’indotto (70 full time), più una seria riqualificazione della zona che snellirà il traffico (prevista la costruzione di svariate rotonde). Apertura prevista: Autunno 2013. E poi saranno “popli” e “epping” per tutti.
Il momento della votazione
Via libera al risciò sostenibile
Con grande personale soddisfazione, la Giunta Comunale martedì scorso ha dato il via libera per studiare un percorso sperimentale rivolto all’offerta di un servizio di intrattenimento legato al risciò, cercando di esaudire la richiesta di lavoro di Roberto Alberti. E’ stata premiata un’idea sostenibile che offre qualcosa in più ai turisti senza per questo creare ulteriore caos nel traffico veicolare o nella zona di Piazza dei Miracoli. Ma soprattutto si cerca di dare coraggio a tutti coloro hanno difficoltà occupazionali, ma vogliono mettersi in gioco creando “piccole imprese” basate su idee o intuizioni che non danneggiano la città, ma l’arricchiscono. Un punto a favore della politica che non ostacola il cittadino.
Canapisa
Per la prima volta quest’anno in consiglio comunale non abbiamo parlato di Canapisa. Maturazione del quadro politico, rassegnazione delle forze contrarie o disinteresse al tema? Un misto di tutto questo e la consapevolezza che sia impossibile ( e antidemocratico) impedire una protesta, nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione e della Carta per i Diritti dell’Uomo. E devo dire che pur non condividendo alcune modalità di svolgimento della manifestazione (che vede alcuni eccessi di troppo) la lotta contro la legge Fini-Giovanardi è apprezzabile. Questa legge, ormai in vigore da 6 anni, rende tutte le droghe uguali di fronte alla legge, parificando la cannabis all’eroina e alla cocaina. Gli effetti della Fini-Giovanardi sono devastanti: l’elevatissimo numero di tossicodipendenti in carcere, dove non si ha la capacità e le competenze per curare i loro problemi e la numerosa presenza di soggetti condannati a condanne brevi o brevissime, in molti casi anche inferiori all’anno, che porta al sovraffollamento e alla disumanità attuale delle carceri. Inoltre abbiamo assistito a una penalizzazione di massa dei consumatori, dove l’equiparazione tra droghe leggere e pesanti ha portato alla crescita delle attività di contrasto alla prime a scapito del contrasto alla seconde. In Inghilterra e in Germania, ad esempio, il consumo e lo spaccio di cannabis è depenalizzato, in modo da concentrare e non disperdere l’attività di prevenzione e contrasto alle droghe pesanti.
Non so se andrò al Canapisa, mi piacerebbe sapere di più del fallimento delle politiche derivate dalla legge Fini-Giovanardi e vorrei trovare delle risposte, ma ci sono stati troppi eccessi in passato. Ma in ogni caso sono soddisfatto del “silenzio politico” sulla manifestazione. Perché quando si spenge una voce, anche se minoritaria, si perde anche un po’ della nostra libertà.
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