Calabresi è un grande giornalista. E’ un “pittore” che usa le parole come colori e il giornale come quadro. E il suo ultimo editoriale sulle parole di Prandelli e il parallelismo con l’Italia è un’opera d’arte da leggere e incorniciare.
Quello che mi ha colpito di più è la citazione a conclusione del pezzo, “rubata” al grande Albert Einstein. E non c’è da stupirsi, perché oltre a essere ricordato come un grande fisico, lo scienziato era anche un filosofo. E nel libro «Il mondo come io lo vedo» si possono trovare riflessioni adatte ai tempi che stiamo vivendo e che dovremmo cominciare a seguire:
«Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla».
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