ma noi che male abbiamo fatto per nascere di sinistra?

Approfittando delle vacanze pasquali sono riuscito a leggere “i sinistrati” di Edmondo Berselli. Come dice il sottotitolo, si tratta di una “storia sentimentale di una catastrofe politica”. Ovviamente si riferisce alla sconfitta del partito democratico nel voto elettorale di un anno fa.

Capitolo dopo capitolo Berselli traccia con pungente ironia e umiliante rassegnazione la storia della sinistra italiana:possiamo trovare gli errori più vistosi, gli autogol più clamorosi e  un sintetico ma esaustivo profilo della società del dopoguerra e in particolare dei partiti, ovviamente con particolare enfasi sui partiti di (presunta) sinistra. Berselli ci lascia con una proposta che è anche l’unica via di fuga: creare un partito riformista davvero. Altrimenti rimarremo per sempre a piangerci addosso, facendoci domande senza dare le risposte.

Vi trascrivo una parte dell’ultima pagina, che mi ha fatto sorridere per il barlume di speranza che accende:

«Rivolto a sinistra è il cuore, da sinistra parte il tiro mancino dei geni del calcio [anche Del Piero, che è destro, parte da sinistra, per dire], sinistra è l’eccentricità beffarda, l’ironia priva di rispetto per il sacro e il profano, il dribbling a rientrare [appunto], la finta assassina al Maracanã, la smorzata irridente a Wimbledon. Quindi è inutile lamentarsi. […] Asciughiamoci gli occhi, rimettiamo in moto il cervello e diamoci da fare. Tanto, non si esce dalla propria natura, non si sfugge alla propria psicologia»
E facciamolo lavorare questo cervello, che il cuore è ancora gonfio di passione e di speranza.


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