Stiamo vivendo tempi difficili. E’ tempo di crisi, che inevitabilmente crea e alimenta nuove diseguaglianze. Gli immigrati, gli ultimi, fanno fatica ad integrarsi, non c’è lavoro, non c’è predisposizione per loro.
Ma sta anche esplodendo la rabbia dei penultimi, quelli che non erano poveri, quelli che ogni tanto, con fatica, si potevano permettere il lusso di sognare un auto nuova, una vacanza, un nuovo cappotto.
Ora i penultimi non arrivano alla quarta settimana, trovano difficoltà a sostenere le spese più elementari, non hanno le garanzie per accendere un mutuo, odiano la classe politica, buona solo a sprecare denaro pubblico. Ma i politici, i manager, i banchieri, i “primi” sono troppo lontani, si nascondono dietro la televisione o nelle loro ville con piscine. E’ più facile prendersela con il nuovo vicino di casa, l’immigrato, l’ultimo. E’ lui la causa della loro vita difficile, è lui che li rende così insicuri, è lui che gli ruba il lavoro. A lui vengono dati soldi pubblici, case, privilegi e a loro, gli “italiani” non resta niente, solo la disperazione.
La televisione alimenta questa paura, questa diffidenza, esaltando fatti di cronaca nera perpetrati da gente straniera, gli ultimi, così insolentemente arroganti.
E’ la nuova guerra tra “poveri”. Sì, la parola con la “p”. Non indigente, non “diversamente ricco”, ma povero.
Povero è chi ha perso la speranza , chi ha perso la voglia di lottare per migliorare il suo stato, chi non riesce più a sognare, chi si è arreso.
Noi del Partito Democratico bisogna dare nuove risposte, soluzioni concrete ai problemi dei poveri, tutti, sia agli ultimi che ai penultimi. Evitare quella guerra che porta solo odio, disperazione e intolleranza. È nel nostro DNA, non bisogna inventarci niente di nuovo. È il nostro linguaggio, quello dell’uguaglianza e della lotta alle ingiustizie. Il sociale è nostro, non perdiamolo. Ci vuole coraggio per parlare di questi temi, ma bisogna farlo, perché la situazione sta diventando drammatica, offrendo proposte concrete, nuovi metodi per superare questa crisi sociale. La nostra visione di una società giusta, equa, tollerante.
Vorrei iniziare questa serie di post sul sociale parlando degli ultimi, dato che mi preoccupa la drammatica escalation di notizie raccapriccianti che si sono verificate nelle ultime settimane che hanno come argomento gli immigrati.
E’ lo specchio di una nuova società, intollerante, xenofoba, che indica come capro espiatorio di tutti i mali l’ultimo arrivato. A tratti spaventosamente e odiosamente razzista. Il governo nazionale sta alimentando questa concezione dell’immigrato con i suoi decreti e le sue norme sulla sicurezza, subendo passivamente le volontà della Lega Nord, un partito nato per dividere e odiare.
4 esempi, 4 notizie che messe in fila creano spavento. Un breve viaggio dove vince l’intolleranza e dove tornano fascismi che credevamo estinti. 4 vicende reali che non hanno avuto la fortuna di diventare casi mediatici, perché nessun italiano è stato ferito o ucciso brutalmente.
Domani il primo esempio di cosa può portare un esempio di sicurezza sbagliata: le ronde, uno spot del governo che per fortuna non vedrà la luce, ma che ha suscitato un largo dibattito. Vedremo in cosa può degenerare.
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