La 7° arte: Cosmonauta

Dato il repentino cambiamento di temperatura niente è più opportuno di una bella serata al cinema. Il film che ho visto stasera è “Cosmonauta“, storia  di due fratelli di una borgata romana ambientata tra il 1957 e il 1963. L’opera prima di Susanna Nicchiarelli è un racconto di formazione di Luciana, giovane militante del PCI e di Arturo, un ragazzo costretto a vivere con le medicine che rallentano le sue crisi epilettiche. Attraverso i loro occhi di adolescenti vediamo tutti i vizi e le virtù del partito comunista dei primi anni ’60: le azioni di volantariato tramite l’”attacchinaggio” di manifesti o la distribuzione dell’Unità la Domenica mattina, il senso e l’importanza del “gruppo”, ma anche l’ostentazione di una libertà che è solo di facciata, l’accecamento dei compagni per l’Ideale che porta al compimento di azioni di difficile comprensione.

Un film di basso budget, ma di alto profilo, che scorre bene grazie anche alla bravura dell’attrice che interpreta la protagonista Luciana, circondata da attori di indiscussa bravura come Claudia Pandolfi e Sergio Rubini. Interessante il continuo rimando alle imprese compiute dal regime sovietico per arrivare alla conquista dello spazio,che celebrano una ricchezza fatta di finzione, un culto effimero, una voglia di evasione dalla squallida periferia romana. Ottima la colonna sonora, con brani facilmente riconoscibili riarrangiati in chiave moderna dai Subsonica.

Nonostante alcune lacune nell’ambientazione storica (l’attacco  alla sede dei socialisti e il linguaggio da femministe degli anni ’70), il film è una piacevole commedia con un interessante intreccio tra vita politica e vita privata. Sconsigliato a chi vuole una visione documentata della militanza nel PCI, consigliato a chi crede che nonostante la fede negli ideali alla fine quello che ci guida sono i sentimenti  personali come l’affetto e l’amore.

Ho letto che è stato finanziato dal ministero dei Beni Culturali. Non sia mai che Bondi stia ritornando alle sue origini. Speriamo di no.


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