Si parla sempre di libertà di informazione, di libera circolazione delle idee, di forza della rete, tutte belle parole… peccato che quando non sono funzionali alle proprie idee si parla di imbroglio.
È palese che se a votare per le primarie fossero solo le persone che utilizzano internet per informarsi e per confrontarsi non ci sarebbe partita, Ignazio Marino trionferebbe facilmente. Purtroppo i “capibastone”, i signori delle tessere, sono tutti per Bersani e Franceschini con l’eccezione del duo Meta-Bettini e della loro potente e collaudata macchina elettorale laziale. L’unica speranza è che domenica si rechino alle urne in tantissimi per arginare lo strapotere dei signori delle tessere. La rete in questo è fondamentale, anche io che non sono mai stato un elettore del Pd andrò a votare nella speranza di eleggere Ignazio Marino. Votare per la segreteria del Pd è importante per chi come me desidera una vera alternativa a Berlusconi, per chi è consapevole del fatto che c’è bisogno di “unità vera” del centro-sinistra, di un centro-sinistra rinnovato nelle idee e nella classe dirigente, per chi spera nella nascita di una vera alternativa di governo. Voterei alle primarie di qualsiasi partito del centro-sinistra perché questi partiti sono patrimonio di ognuno degli elettori che da sempre (dai tempi di Occhetto) vota per arginare il monarca di Arcore.
Sinceramente credo di aver più diritto di votare per queste primarie di tanti iscritti al Pd ad esempio di area “rutelliana”, persone estranee ad un vero partito progressista. Se votano Fioroni, Rutelli, Bobba, Bianchi e Binetti (minacciando di uscire se non passa la loro linea…altra bugia, stanno solo aspettando la contropartita adatta per passare con Casini), posso votare io che in ogni caso ho sempre votato per questo disgraziato centro-sinistra.
Tornando all’importanza della rete mi fa sorridere che persone che hanno sempre osannato l’importanza della comunicazione via internet ora si arrampicano sugli specchi per ridimensionare il fenomeno Marino, vero trionfatore delle primarie per blogger e frequentatori di social network.
Le squadre di Bersani e Franceschini sono preoccupati da questa variante e stanno inviando le loro truppe per cercare di ridimensionare questa situazione.
Mario Adinolfi, un ottimo battitore libero, dopo aver contrastato fortemente la vecchia idea di politica dei maggiorenti del Pd, si è schierato con Franceschini, e da blogger attento ha percepito il pericolo Marino, e sta utilizzando tutte le sue energie per ridimensionare la situazione.
Mario Adinolfi ormai ha assunto il ruolo di bodyguard di Franceschini nella rete; da grande sostenitore della rete si è trasformato oggi, per ridimensionare i sondaggi (non sono ovviamente oro colato) pro Marino, in “nemico” della rete. Ha scritto sulla sua pagina facebook “vi prega di dire a quelli di Marino che portarsi al 73% sui sondaggi online aperti tipo Striscia o l’Espresso è un imbroglietto….gonfiare i numeri deve essere un’abitudine da quelle parti”.
Da Mario mi piacerebbe sapere come fa a stare insieme a personaggi come Fassino che da troppi anni hanno trasformato il Parlamento in una casa coniugale, come fa a sostenere un candidato come Franceschini che si era impegnato a non presentarsi a queste primarie, come fa a stare con la Binetti e la sua conclamata omofobia, come fa a stare insieme alla transfuga Dorina Bianchi, l’eterno Cardinale.
Come sempre nel centro-sinistra si diventa famelici con gli alleati. Mi piacerebbe vedere la grinta delle tre squadre che sostengono i tre candidati e quella dei tanti micro leader della galassia della sinistra italiana, rivolta verso Berlusconi e la sua idea di istituzioni piegate ai suoi bisogni personali.
In questa situazione, sperando in un centro-sinistra degno di rappresentarci mi tengo stretto Di Pietro, l’unico che non si piega davanti l’arroganza di Berlusconi. L’unico che in Parlamento continua a denunciare l’oscena politica di questo governo…e mentre tutto il centro-sinistra, dal Pd alla sinistra extraparlamentare, continua ad azzannarsi, Di Pietro continua ad accrescere il suo consenso, alla faccia di chi parla di antiberlusconismo controproducente.
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