Nei programmi politici le tematiche della laicità e dei diritti civili, talvolta impropriamente denominati “temi eticamente sensibili”, compaiono spesso come aggiuntive. Ciò che mi ha colpito di Ignazio Marino è la proposta di un progetto profondamente innovativo sul piano anche della cultura politica. Porre al centro della ragion d’essere del partito democratico la ricerca individuale della libertà significa andare oltre a quelle vecchie concezioni pedagogiche di una politica che predica valori astratti, che ricerca identità condivise ma che, nella pratica, rischia di dimenticarsi degli individui concreti e dei diritti che hanno in quanto tali. Non troviamo nella mozione Marino il capitolo sulla laicità perché è la stessa idea di stato democratico “che non impone alcuna scelta individuale, ma difende ogni religione, ogni credo, ogni opinione politica”, nei limiti in cui esse non contrastino con i principi democratici, ad essere profondamente ispirato al concetto stesso di laicità. Per Marino si tratta anche di un metodo, quello di chi non si pone in un confronto pensando “di possedere la verità o di avere la ragione a priori”, e di un principio che tutela i diritti civili, le libertà individuali e rispetta le volontà di ciascuno. Non è un caso che molti aderenti alla cellula di Pisa dell’Associazione Luca Coscioni di cui faccio parte, un’associazione di malati e di disabili che non accettano di rimanere prigionieri della loro malattia, di scienziati che si battono per la ricerca scientifica dalla quale dipende anche la libertà di guarigione, di liberi cittadini che non intendono delegare ad altri la propria volontà ma essere protagonisti della loro vita, appoggino con convinzione la candidatura di Ignazio Marino alle primarie del 25 ottobre.
Enrico Stampacchia, candidato all’assemblea regionale per la Provincia di Pisa
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