Una delle varianti al piano urbanistico sta avendo un’accesa discussione a livello locale e nazionale. Stiamo parlando della possibile demolizione del Complesso Marchesi. Stanchi di pagare milioni di euro per la manutenzione di un edificio che crolla da tutte le parti e che ha evidenti carenze strutturali, il progetto prevede lo spostamento delle scuole in una nuova sede (davanti all’Esselunga) e il mantenimento dei servizi rivolti al quartiere (biblioteca, piscina, campo sportivo). Ma perchè tanta reticenza di fronte a un piano che vuole migliorare il livello qualitativo delle scuole che gravitano attorno al Complesso Marchesi?
L’intero stabile nasce nel 1974, con l’idea di creare un comprensorio di scuole che si interfacciano con il quartiere. Di mattina il Complesso viene vissuto dagli studenti, nel pomeriggio si aggiungono gli abitanti della zona (attraverso l’utilizzo della piscina, degli spazi aperti, della biblioteca).
Idea apprezzabile, innovativa, ma fallita. Negli anni successivi recinti, cancelli e steccati hanno di fatto terminato questo concetto di scuola “aperta”, lasciando un edificio pericolante e desideroso di manutenzioni permanenti.
Avete mai visto come si svolge una lezione al Buonarroti ? Pareti di carta che nemmeno in Giappone, rumori e spiegazioni da altre classi che disturbano fortemente la didattica, piani di sicurezza discutibili.
Cerchiamo di non affezionarci ai simboli (crocifisso docet), ma di fare il meglio per gli studenti delle prossime generazioni. Magari rilanciando l’idea di scuola “aperta” ; un progetto di ampio respiro che potrebbe fare da esempio per la costruzione sostenibile e funzionale di edilizia scolastica. Ma ahimè i tagli del governo berlusconi su questo punto non ci permettono di fantasticare e progettare il futuro.
L’idea è quella di mantenere i servizi che stoicamente resistono e sono ancora a disposizione per i cittadini (come piscina e biblioteca), spostando le scuole in un’altra sede. Magari i soldi risparmiati dalle manutenzioni continue investirli in progetti didattici innovativi. Per ereditare la filosofia di chi costruì il Complesso Marchesi: l’architetto Luigi Pellegrin.
Lascia un commento