Domenica Brunetta ha lanciato una proposta: dare 500 euro al mese ai giovani per aiutarli ad uscire di casa. Dove prendere le risorse? Secondo Brunetta si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese. Anche se questa proposta ha già avuto lo stop di Tremonti e Berlusconi, Brunetta ha avuto il merito di tornare a discutere di un tema terribilmente attuale: il welfare e i giovani. Non credo che dando assistenzialismo a pioggia, senza nessun criterio, si possa risolvere il problema. Non si hanno i soldi per uscire di casa perchè si è disoccupati, o studenti , o lavoratori precari? Costruiamo le basi per dare la possibilità a tutti di lasciare mamma per sempre, non solo per la durata di un’eventuale sussidio:
- Sei studente? In Inghilterra (ma anche in altri paesi) hanno il prestito d’onore, una forma di assistenzialismo dove lo Stato ti paga tasse universitarie e alloggio. Il debito verrà saldato quando lavorerai, perchè sono sicuri che molto probabilmente lo troverai.
- Sei lavoratore precario? Bisognerebbe dare anche a loro la possibilità di contrarre un mutuo, con lo Stato che tutela le banche con la creazione di un fondo di garanzia. O dare agevolazioni fiscali molto nette a chi vuole affittare una casa, così che divenga necessario denunciare i moltissimi contratti in nero. Cambiare la prospettiva di oggi, dove non si punta alla stabilizzazione del lavoro, ma ad evitare la perdita dello stesso, visto che le imprese tagliano per primi proprio i precari.
- Sei disoccupato? Qui la proposta è semplice nell’elaborazione, ma complicata nella realizzazione: creare nuovi posti di lavoro.
Questi sono solo esempi rispetto a un problema che sta diventando sempre più ampio. E’ necessaria una discussione qualificata dove sia possibile scrivere un programma di rilancio sul mondo del lavoro e la copertura degli ammortizzatori sociali. Non fare come Brunetta e arrivare in televisione con una proposta sapendo già che non avrà un seguito. Questo significa “giocare” con i problemi dei giovani, farsi inutile propaganda utilizzando un tema troppo difficile per essere sintetizzato nella proposta del Ministro.
La svolta dovrà passare da riforme trasversali: università, mondo del lavoro, welfare. Ma a noi ci piace parlare delle proposte, non farle.
Per farli uscire di casa ai giovani bisogna dargli la speranza di una vita migliore, altrimenti chi rinuncia alla pasta di mamma?
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