Con la presenza degli organizzatori della manifestazione, in consiglio comunale abbiamo discusso di Canapisa, evento antiproibizionista che è giunto alla decima edizione. Dopo un comunicato iniziale della Giunta, il consigliere Bedini aveva presentato una mozione urgente molto dura nei confronti dell’iniziativa, auspicando che “venga trovata una soluzione da parte degli organismi competenti per evitare che il corteo riesca a tenersi ugualmente”. La discussione su questo documento è stata molto viva e partecipata. Consapevoli dell’impossibilità di votare un documento del genere il PD ha presentato diversi emendamenti che di fatto “disinnescano” i divieti e i giudizi politici sulla manifestazione antiproibizionista. Tutti i consiglieri che sono intervenuti al dibattito hanno sottolineato come sia impossibile ( e antidemocratico) impedire una protesta, nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione e della Carta per i Diritti dell’Uomo. Quello che possiamo fare è evidenziare le criticità che sono già avvenute nelle edizioni precedenti, per evitare che si ripetano. Più che le scritte sui muri citate nel documento (da verificare), il problema più grosso è la presenza di spacciatori di droghe pesanti che approfittano del contesto sociale e infangano lo scopo della manifestazione. Ho chiesto personalmente agli organizzatori di vigilare per evitare che questo si verifichi, nel pieno spirito di condivisione delle responsabilità che si deve assumere chi prepara un evento del genere. Sotto impulso dell’assessore alle politiche sociali Ciccone, molti consiglieri hanno auspicato che il tema delle droghe leggere possa essere dibattuto anche attraverso convegni e altre iniziative. Ho detto che mi pareva un’ottima idea per cercare, insieme alla manifestazione, di rompere diversi tabù, abbattere stereotipi e pregiudizi che gravitano attorno al mondo della cannabis e di capire meglio gli effetti della legge che regolamenta il consumo delle droghe leggere: la Fini Giovanardi.
Questa legge, ormai in vigore da 4 anni, rende tutte le droghe uguali di fronte alla legge, parificando la cannabis all’eroina e alla cocaina. Gli effetti della Fini-Giovanardi sono devastanti: l’elevatissima presenza, di tossicodipendenti in carcere, dove non si ha la capacità e le competenze per curare i loro problemi e la numerosa presenza di soggetti condannati a condanne brevi o brevissime, in molti casi anche inferiori all’anno, che porta al sovraffollamento e alla disumanità attuale delle carceri. Inoltre abbiamo assistito a una penalizzazione di massa dei consumatori, dove l’equiparazione tra droghe leggere e pesanti ha portato alla crescita delle attività di contrasto alla prime a scapito del contrasto alla seconde. In Inghilterra e in Germania, ad esempio, il consumo e lo spaccio di cannabis è depenalizzato, in modo da concentrare e non disperdere l’attività di prevenzione e contrasto alle droghe pesanti.
Passi in avanti vanno inoltre fatti per riconoscere l’uso della Marijuana a scopo terapeutico, fondamentale per alleviare il dolore a malati terminali e non.
Con il documento finale, il Consiglio Comunale di Pisa toglie ogni riferimento di vietare la manifestazione, auspicando una responsabilizzazione maggiore degli organizzatori e garanzie sul rispetto delle regole. Quello che si chiede a ogni manifestazione, non solo a Canapisa. Mi auguro anche che il tema dell’antiproibizionismo possa venire discusso in maniera più ampia e condivisa con l’aiuto di tutti, Comune e associazioni.
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