Pensioni di vetro

Ok, la riforma delle pensioni è necessaria. Il sistema sta collassando, “grazie” alle migliori aspettative di vita è naturale rivedere le finestre di uscita. Grazie ai nuovi lavoratori, gli immigrati che pagano i contributi (che poi sono gli stessi che ci “rubano il lavoro”), riusciamo ancora a non mandare in rovina i conti. Con la scusa dell’Europa che ci “impone” un uguale trattamento tra uomini e donne, la riforma Tremonti-Sacconi non risolve niente ma anzi alimenta la discriminazione, non contando delle diverse situazioni familiari e lavorative che un donna può incontrare nel corso della sua vita. Nessun intervento o reinvestimento per un welfare più giusto, la vera emergenza italiana, che permetta alle donne di scegliere quando andare in pensione, dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei costi. La soluzione? Una previdenza flessibile, come suggeriscono Boeri e Gozi-Damiano.

Ma quello che mi angoscia di più è vedere quando potrò andare io  in pensione :  se tutto rimane com’è stabilito in questa riforma ( e ne dubito fortemente, in negativo ) mi potrò fermare solo a 70 anni, anzi per l’esattezza a 69 e 4 mesi. Contando che l’aspettativa media di vita in Italia per un uomo è di 79 anni, me ne resterebbero ben 9 per godermi il frutto di 45 anni di lavoro. Wow.

C’è chi ora si batte contro chi vuole spostare l’entrata in pensione in avanti di pochi mesi, c”è chi, come me e la mia generazione , molto probabilmente nemmeno ce l’avrà uno straccio di pensione.  Mi domando se non dovrebbero vigilare sulle discriminazioni tra generazioni.


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