Strano paese il nostro, abbiamo passato Agosto a inseguire le ultime dichiarazioni di Bocchino, un nome un programma, per sapere se il nuovo gruppo parlamentare farà cascare il governo o no. Siamo aggrappati alla speranza che dopo 15 anni un ex-fascista di nome Fini, che ha dato il nome a 2 delle leggi più liberticide degli ultimi anni, improvvisamente si svegli e faccia traballare il trono di Cesare.
Un agosto contrassegnato dalla politica-pettegolezzo con i giornali e le televisioni ridotte a pallidi cloni di Novella 2000 e Verissimo, sempre pronti a esaltare il “lato oscuro” del personaggio al centro delle momentanee attenzioni.
Un agosto contrassegnato dalla politica-pettegolezzo con i giornali e le televisioni ridotte a pallidi cloni di Novella 2000 e Verissimo, sempre pronti a esaltare il “lato oscuro” del personaggio al centro delle momentanee attenzioni.
Ma in quest’Agosto nessuna risposta è stata data ai “veri” problemi dell’Italia:
Dopo 4 mesi non abbiamo un Ministro dello Sviluppo Economico, mentre la ripresa tanto acclamata da Berlusconi si è rilevata più difficile del previsto, almeno in Italia. Con più di 200 tavoli di crisi aperti e le fabbriche che chiudono o si trasferiscono all’estero, il quadro è desolante.
Siamo l’unico paese a chiamare con il nome di riforma i “tagli” pesanti e senza logica alla scuola, così sprecisi e violenti che sembrano fatti non con l’accetta, ma con la motosega. 22000 docenti perderanno il posto di lavoro per quello che è stato già definito come “il più grande licenziamento pubblico di tutti i tempi”. Anche a Pisa assistiamo a questo “festival“ dei tagli che ha portato a formare classi con un sovrannumero di studenti come nel caso delle Medie Gamerra e Tongiorgi, e alla soppressione di alcuni corsi serali che hanno portato a gesti estremi di protesta come lo sciopero della fame.
Abbiamo “scoperto” di avere una disoccupazione giovanile superiore alla media europea: un giovane su 4 è disoccupato.Tutti i rischi sociali – come perdere il lavoro, non avere alcun aiuto dello Stato, avere una paga da fame, probabilmente non avere una pensione o averla sotto la soglia di povertà, non ricevere formazione – sono tutti sulle spalle dei giovani.
Un paese che non investe su lavoro, formazione e giovani è un paese condannato a sparire, a morire.
Dopo 4 mesi non abbiamo un Ministro dello Sviluppo Economico, mentre la ripresa tanto acclamata da Berlusconi si è rilevata più difficile del previsto, almeno in Italia. Con più di 200 tavoli di crisi aperti e le fabbriche che chiudono o si trasferiscono all’estero, il quadro è desolante.
Siamo l’unico paese a chiamare con il nome di riforma i “tagli” pesanti e senza logica alla scuola, così sprecisi e violenti che sembrano fatti non con l’accetta, ma con la motosega. 22000 docenti perderanno il posto di lavoro per quello che è stato già definito come “il più grande licenziamento pubblico di tutti i tempi”. Anche a Pisa assistiamo a questo “festival“ dei tagli che ha portato a formare classi con un sovrannumero di studenti come nel caso delle Medie Gamerra e Tongiorgi, e alla soppressione di alcuni corsi serali che hanno portato a gesti estremi di protesta come lo sciopero della fame.
Abbiamo “scoperto” di avere una disoccupazione giovanile superiore alla media europea: un giovane su 4 è disoccupato.Tutti i rischi sociali – come perdere il lavoro, non avere alcun aiuto dello Stato, avere una paga da fame, probabilmente non avere una pensione o averla sotto la soglia di povertà, non ricevere formazione – sono tutti sulle spalle dei giovani.
Un paese che non investe su lavoro, formazione e giovani è un paese condannato a sparire, a morire.
Questo cappello introduttivo mi è servito per spiegare quali problemi dovrà affrontare anche il prossimo segretario comunale che dovrà dare delle risposte locali a questi punti oscuri e trasformare le parole con i fatti. A Pisa partiamo avvantaggiati, perchè governiamo e possiamo dare già delle risposte: 1000 milioni di investimenti e nessun taglio a nidi e materne sono già una buona partenza, mentre dovremmo iniziare a parlare seriamente di politiche giovanili svincolate dal concetto di movida o di associazionismo, in una prospettiva più ampia e articolata.
Compito essenziale del nuovo segretario dovrà essere quello di riportare la passione nei giovani, la voglia di lavorare nel e per il partito, a stretto contatto con la giovanile che non deve essere una entità separata, ma si deve mescolare continuamente per alimentarsi a vicenda. Come un torrente che porta acqua fresca al fiume.
Il prossimo Segretario dovrà fare i conti con un grande deficit che ha il partito: la comunicazione. E’ essenziale migliorare la qualitá della comunicazione: basta con i volantini pieni di testo, ma vuoti di significato. Vorrei che il partito diventasse anche un laboratorio di comunicazione politica, uno spazio che attrae, che intriga, che aggreghi le persone e faccia da cassa di risonanza del lavoro amministrativo, superando gli schemi viziati della comunicazione tradizionale.Un posto che rielabori e trasformi le proposte politiche, in qualcosa di facilmente digeribile a tutti, dal 14enne al pensionato. Se non ci facciamo capire bene, il nostro lavoro di proposta è inutile. Informare, informare, informare.
Vorrei un segretario che anche a Pisa preveda un percorso di collaborazione con gli altri partiti, che magari adesso sono all’opposizione, in vista di questo “nuovo Ulivo” che a me non fa sbadigliare come dice Renzi, ma che va gestito in maniera delicata, visti gli errori del passato. Anche se devo dire che la “Grande Alleanza Democratica”, quella che dovrebbe includere anche Fini, Api, UDC, mi sembra, per dirla alla Fantozzi, (passatemi la battuta), “una cagata pazzesca”. Come si fa a costruire un programma che vada oltre l’antiberlusconismo con persone che nel caso di Fini condividono il 95% del programma di governo o nel caso dell’UDC sono per dirla alla pisana dei “tegami” pazzeschi, che alle ultime regionali si sono alleati a loro piacimento e che inoltre fermerebbero ogni iniziativa sui diritti civili, una battaglia fondamentale per la modernità del nostro paese e così cara agli elettori di sinistra.
Oggi Giorgio Vecchiani presidente Anpi Pisa, alla celebrazione di Pisa liberata ha detto: ”Non è l’Italia che avremmo voluto noi, per la quale abbiamo lottato e molti di noi sono morti“. Ma non sono loro che hanno fallito. E sta a noi essere pronti, l’unica forza riformista e progressista in grado di poter ribaltare la situazione, ma solo se, a partire da questo congresso, ci liberiamo dei nostri odi, dei nostri rancori e ritrovare quella serenità fondamentale per creare un valido gruppo di persone che collaborano per un ideale comune.
“Rendiamo di nuovo vergini” i rapporti fra di noi, partiamo da zero, ragioniamo sul merito e sulle capacità personali, evitando problemi interni che finiscono per riflettersi in sede amministrativa. Affrontiamo questo congresso serenamente, evitando discussioni su apparato, veti su nomi, rivalse personali, in nome di quella politica del pettegolezzo in gran voga adesso e che bisogna superare. Perchè alla fine, per usare un’espressione che piace a Bersani, è la “ditta” quella che deve uscire vittoriosa, non una fazione.
Passione, comunicazione, collaborazione, serenità ed ecco il mio segretario. Del nome non me ne frega, quello che mi interessa è già il dopocongresso. Tutto il resto è noia.
Passione, comunicazione, collaborazione, serenità ed ecco il mio segretario. Del nome non me ne frega, quello che mi interessa è già il dopocongresso. Tutto il resto è noia.
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