Vi giuro mi piacerebbe parlare della spaccatura tra Fini e B., scrivere sugli industriali che finalmente hanno capito il fallimento del governo, commentare la vittoria di Ed Miliband, un quarantenne al comando dei Labour inglesi, ma non posso. Mi tocca parlare dei problemi del partito cittadino, non contento di assistere alle già drammatiche fratture del partito nazionale.
I giornali locali, come quelli nazionali votati molto al pettegolezzo, sprecano fiumi d’inchiostro e parlano di crisi nel palazzo (Gambacorti), prefigurando uno scenario oscuro, traballante, dove la maggioranza è sempre sul punto di crollare, incapace di governare bene la città. Lo scenario del Parlamento entra prepotentemente nel Comune di Pisa, creando scompiglio, sfiducia e stupore da parte dei nostri sostenitori.
Ci accusano di non pensare al bene della città, ma sfido chiunque a fare un esempio, uno solo, una semplice prova che dimostri l’uso personale dell’amministrazione pubblica. Non troveranno niente, perchè non siamo il Pdl, noi sappiamo cosa fare e come farlo. Giovedì in consiglio comunale abbiamo votato uniti e compatti ogni cosa, anche provvedimenti molto importanti come il People Mover, che porteranno nuove risorse per la mobilità sostenible.
Il partito è una cosa e l’amministrazione è un’altra e se si mescolano è solo per portare nuove proposte e nuovi contributi. Palazzo Gambacorti NON è la sede per vendette personali, ritorsioni o giochi di posizionamento.
Ma essendo l’amministrazione guidata dai partiti è normale che chi non ha più serenità, condivisione, fiducia faccia un passo indietro, anche momentaneo, in attesa di ritrovare quell’armonia necessaria che si può ancora ritrovare.
Non mi piacciono le lettere, un mezzo di comunicazione antico che può creare incomprensioni e fraintendimenti. Preferisco le animate e appassionanti discussioni, dove almeno c’è più confronto e chiarezza.
La scelta di Ferrante come segretario comunale non doveva portare nè vincitori nè vinti. Non esisteva in nessun modo, in nessuna altra persona un candidato alla segreteria che riusciva ad unire tutti. Non si può accusare di dividere il partito dopo che l’assemblea comunale ha votato all’unanimità il percorso per arrivare alla candidatura unica, per altro sotto spinta di quelli che ora si lamentano del sistema adottato. E’ stata una scelta.
Lo ripeto forte e chiaro: l’anomalia “pisana” descritta dai giornali locali dovrebbe essere vista in positivo. Quando tutte le tre mozioni si uniscono per scegliere un candidato vuol dire che la qualità e il merito prevalgono sugli interessi di parte. Vorrei davvero che la nostra “anomalia” si propagasse a macchia d’olio..forse avremmo evitato molti passi falsi, come quello recente del documento di Veltroni.
Se gli elettori ci abbandonano sicuramente la colpa è di tutti, del sindaco, di tutti gli assessori, di tutti i consiglieri e di tutti i dirigenti del partito. Se invece siamo sicuri della bontà della nostra amministrazione, e io ne sono sicuro, sarebbe bello se tutti dimostrassero più unità, come molte volte ha fatto qualche consigliere ingoiando qualche rospo, per riuscire a comunicare in maniera più efficace. Utilizzare i giornali non per ragioni personali, ma per amplificare il buon lavoro fatto, a partire da tutti gli investimenti che arriveranno su Pisa nei prossimi mesi.
Chi ha parlato di irresponsabilità o inaffidabilità ha sicuramente sbagliato e mi piacerebbe che questo venisse dimostrato con i fatti.
Conoscendo il valore e la qualità del partito pisano non posso che auspicare una serena ed efficiente conduzione dell’amministrazione, in vista delle prossime elezioni , quando consegneremo al giudizio dei pisani una città migliore. Sicuramente ci sarà spazio per chi vuole ” ricucire, ridurre le contrapposizioni, ritessere una tela di fiducia reciproca.”. Dimostriamo di essere differenti anche in questo dal PDL.
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