People mover? Cos’è? C.C 23 Settembre

Per due anni ho fatto il pendolare tra Pisa e Birmingham (Dio benedica la Ryanair) e ogni volta che arrivavo all’aereoporto inglese dovevo andare a prendere il treno per arrivare a Leamington, sede del mio ufficio.

Per arrivare alla stazione, distante poco più di un km, non c’erano da superare lunghi corridoio o scale mobili e nemmeno era necessario prendere mezzi inquinanti o su gomma. Al primo piano, vicino al terminal arrivi c’è una navetta elettrica senza pilota che ogni due minuti parte e arriva direttamente dentro la stazione, a 100 metri dai binari. La navetta  è confortevole e veloce, nonostante i continui messaggi che gracchiavano da uno speaker mi invitavano a volare a prezzi contenuti, tramite compagnie aeree dal nome sconosciuto e poco affidabile.

Ogni volta che prendevo questa navetta mi sentivo un po’ nel futuro: un mezzo assolutamente non inquinante, frequente, comodo, gratuito. Una mobilità sostenibile e all’avanguardia che mi faceva provare invidia, pensando al povero,  vecchio collegamento tra la stazione e l’aeroporto di Pisa.

Poche settimane fa ecco la notizia tanto attesa: anche la città della Torre si doterà di un sistema di mobilità ecologico e funzionale. Al di là della scelta del nome, People Mover (letteralmente “trasportatore di persone”), quello che mi premeva sapere era se aveva le stesse funzionalità della tanto amata navetta inglese. Forse ci siamo: il People mover sarà un mezzo elettrico, senza pilota che in breve tempo (max 5 minuti) potrà collegare stazione e aeroporto, fermandosi anche all’altezza di un nuovo parcheggio scambiatore che dovrà assorbire le macchine pendolari da Sud, alleggerendo di molto la viabilità del quartiere San Marco – San Giusto, oggi un’area fortemente congestionata dal traffico.

Sempre a favore del quartiere, insieme alla variante urbanistica (che prevede anche il superamento di alcuni  passaggi a livello) è stato approvato un ordine del giorno proposto dal PD per un impegno  “a prevedere la realizzazione del People Mover contemporaneamente alle opere complementari previste nella variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico e andare ad una pianificazione in grado di aiutare a risolvere i problemi del quartiere privilegiando le destinazioni a finalità pubblica”.

La soluzione che auspicavo prende forma: una mobilità più “verde” è possibile.


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