Da ieri la diplomazia internazionale è cambiata. E’ caduto il velo dei falsi sorrisi, delle dichiarazioni ipocrite, delle amicizie simulate. Tutto questo è stato possibile da un sito, Wikileaks, che ha svelato diversi rapporti segreti del Dipartimento di Stato Americano, l’opinione di ambasciatori e funzionari su diversi leader mondiali e su questioni ancora scottanti.
Alla fine, in un modo quasi brutale, si sta capendo il notevole impatto portato da Internet e dalle nuove tecnologie sullo scenario politico internazionale. Ma cos’è Wikileaks?
WikiLeaks (da leak, “perdita”, “fuga [di notizie]” in inglese) è un’organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo, grazie a una “cassetta della posta” protetta da un potente sistema di criptaggio, documenti coperti da segreto e poi li mette in rete sul proprio sito web. WikiLeaks riceve, in genere, documenti di carattere governativo o aziendale da fonti coperte dall’anonimato. L’organizzazione si occupa di verificare l’autenticità del materiale e poi lo pubblica tramite i propri server dislocati in Belgioe Svezia (due Paesi con leggi che proteggono tale attività), preservando l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella “fuga di notizie”. WikiLeaks vuole essere “una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l’analisi di massa di documentazione riservata”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia. (da Wikipedia)
La diplomazia, storicamente, è sempre stata elitaria. Le informazioni su uno Stato estero, la valutazione della vita privata di un leader, sono obbligatoriamente segrete perchè devono essere I rapporti fra due Stati e le valutazioni private dei vari leader sono informazioni riservate che si scambiano poche persone e devono essere chiare e sincere per permettere ai leader di prendere delle decisioni oculate e precise.
La giornata di ieri ribalta tutto questo. Non aggiunge niente a quello che sapevamo già: l’Iran considerato uno stato “fascista”, Israele non mantiene le promesse, la Merkel è tosta ma troppo razionale, Sarkozy è malato di egocentrismo, Karzai è inaffidabile, Putin autoritario e machista, Gheddafi pieno di strane ossessioni, il governo cinese che mette lo zampino nell’attacco degli hacker a Google. Per non parlare di Berlusconi: “Portavoce di Putin, fa festini, è incapace”. Scusate, dov’è lo scoop?
I documenti rilasciati da Wikileaks rivelano che la politica è molto più trasparente di quanto non si creda, che ormai i media possono tracciare il profilo di una nazione e di un capo di Stato senza avere una laurea in relazioni internazionali o senza essere diplomatici.
Wikileaks ha solo svelato l’ovvio, è il bambino che nella famosa favola urla “il re è nudo”. Un bambino che però ha la possibilità di certificare quello che dice. Questa fuga di notizie ( o hackeraggio, non si sa ancora) ha dimostrato l’incapacità di concepire la diplomazia nella maniera tradizionale. D’ora in avanti funzionari e diplomatici mentiranno nelle valutazioni, con la paura di essere scoperti? Falseranno così le decisioni dei vari leader che per non incorrere in imbarazzi o conseguenze peggiori preferiranno una politica estera più cauta? Le relazioni internazionali tra alcuni paesi sono irrimediabilmente distrutte? Andremo verso un inasprirsi delle situazioni già a rischio (Iran, Corea)?
E’ troppo presto per capire cosa succederà, ma la diffusione di un grosso quantitativo di documenti riservati della nazione più potente del mondo può cambiare concretamente gli equilibri geo-politici. Forse anche in peggio. Colpa anche di una politica che non ha saputo sfruttare i nuovi strumenti tecnologici, ma che ha sempre cercato di emarginarli e soffocarli.
Ma la vendetta di Internet è “esplosa” grazie a un sito che nasce con lo scopo di ” portare trasparenza e democrazia”. E’ davvero così? Non si rischia di creare altri conflitti con conseguenze nefaste sulla vita di molti civili? In un sondaggio di Repubblica.it a caldo dopo il rilascio delle informazioni segrete, più del 70% vede in maniera positiva il lavoro portato avanti da Wikileaks. C’è voglia di chiarezza, soprattutto in uno Stato come l’Italia che ha visto nella sua storia recente diversi punti oscuri e numerosi segreti di Stato. Non sarebbe l’ora di avere un nostro “wikileaks” , per sapere qualcosa di più su Ustica, Piazza Fontana e le altre stragi che ancora gridano verità?
Con i nuovi sviluppi offerti da Wikileaks ci sono alcune riflessioni da fare: c’è seriamente il rischio della morte della politica estera o può esserci una diplomazia più trasparente, privata della sua segretezza, una diplomazia 2.0?
Alla politica l’ardua sentenza.
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